Pratica forense all’Inps? Si parte!

Appena usciti dalla facoltà di Giurisprudenza molti giovani, si sentono spaesati e frastornati, in balie delle onde e persi in un mare considerato troppo difficile da affrontare.

Questo è lo specchio, purtroppo infausto, dei laureati che si apprestano a decidere cosa fare della propria vita professionale dopo aver conseguito, spesso con anni di sacrifici, la tanto agognata laurea.

La pratica forense, considerata la più gettonata dai laureati italiani, può essere davvero molto soddisfacente a livello umano ma estremamente difficile dal punto di vista economica. Già la scelta di uno studio in cui svolgere il periodo di praticantato di 18 mesi può rappresentare un problema.

Gli avvocati, soprattutto quelli di nuova generazione, preferiscono non avvalersi dell’apporto dei giovani collaboratori, finendo con lo svolgere da sé tutte le mansioni nelle cancellerie dei Tribunali o della Procura.

I titolari dei vecchi studi legali, invece, quelli ancorati alle tradizioni del passato, si mostrano decisamente più inclini a forgiare le menti degli avvocati del futuro, trasmettendo alle nuove generazioni l’amore per il diritto e la sua costante pratica nella vita di tutti i giorni.

Chi ha la fortuna di trovare questo tipo di “dominus”, termine latino utilizzato per indicare l’avvocato “anziano” dello studio, può anche sperare in un rimborso spese mensile che, in qualche modo, renda la pratica più proficua per il praticante.

Non così per la maggioranza dei giovani praticanti italiani che, per tutto il periodo di praticantato obbligatorio, spesso sono onerati anche di tutte le spese connesse agli spostamenti da un tribunale all’altro.

Se pensi di non riuscire a sopportare questi diciotto mesi così intensi e sfiancanti, una soluzione potrebbe essere la pratica forense all’INPS. Come funziona? Scopriamolo insieme.

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Pratica forense all’Inps al via

Forse non ne ha mai sentito parlare oppure qualcuno l’ha accennato di sfuggita ma la pratica forense all’Inps non è più una chimera irraggiungibile ma una realtà solida e concreta.

Considerata la migliore alternativa alla pratica forense tradizionale – presso un dominus, presso la Corte d’Appello, affiancando un magistrato o presso la Procura al Tribunale per i minorenni – quella all’Inps può dar diritto anche a un rimborso forfettario di circa 450 euro mensili. E per un giovane appena uscito dall’università, ciò diventa una spinta ragguardevole verso il futuro.

Oggi, dunque, l’Inps è pronta a formare quelli che saranno gli avvocati di domani grazie a una selezione pubblica, all’esito della quale verrà stilata una graduatoria con gli idonei alla mansione da svolgere.

In linea da massima, per accedere alla domanda, devi essere un cittadino italiano, appartenente a uno Stato membro dell’Unione Europea oppure essere cittadino extracomunitario purché in possesso di tutti i requisiti previsti dall’articolo 17, secondo comma della Legge 247/2012 ed essere titolare dei requisiti richiesti per l’espletamento della pratica forense al fine dell’iscrizione al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati presso il Tribunale nella cui circoscrizione abbia sede l’Ufficio dell’Inps cui si rivolge la domanda.

Come presentare la domanda per la pratica forense all’Inps

Prima di inviare la domanda, occorre non solo verificare di essere in possesso dei requisiti richiesti ma è necessario studiare attentamente il bando, facilmente consultabile sul sito istituzionale dell’Inps, onde evitare di commettere errori fatali che potrebbero inficiare l’intero iter di presentazione della domanda.

A seconda della regione di appartenenza, cambierà il numero di posti disponibili per ogni ufficio legale presente sul territorio. Se, infatti, l’Abruzzo mette a disposizione tre posti, di cui due risorse per la sede di Chieti e 1 per quella di Pescara, la Campania 3 posti, di cui due destinati all’ufficio legale di Napoli e 1 presso la sede di Salerno, la Lombardia arriva a quattro unità, una destinata al Coordinamento Generale, una per l’ufficio d Varese, una per Brescia e una indirizzata a Bergamo.

Qualunque sia la sede da te scelta, dovrai indicarlo appositamente nella domanda, scaricabile direttamente dal sito internet dell’Inps. Attenzione, però: una volta compilato il form in ogni sua parte, la domanda dovrà essere inviata esclusivamente per via telematica, non essendo possibile l’invio di una raccomandata, ancorché con la ricevuta di ritorno, né la consegna a mano.

A pena di irricevibilità, la domanda dovrà obbligatoriamente corredata di un curriculum vitae redatto nel prescritto formato europeo. Per inviare la domanda, quindi, accedi al sito internet dell’Inps, accedere al percorso “Avvisi, bandi e fatturazione” e, nella sezione Avvisi, selezionare la voce “Pratica forense presso l’avvocatura dell’INPS”.

Per candidarti il termine ultimo per l’invio è il 12 dicembre 2018 fino alle ore 14,00. Decorso tale termine, purtroppo, non avrai modo di presentare la domanda per accedere alla selezione per la pratica forense all’Inps.

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Pratica forense all’Inps: tutto ciò che devi sapere

Dopo aver visto come presentare la domanda nel modo più corretto, è il momento di valutare attentamente cosa offre la pratica forense presso gli uffici dell’Inps dislocati su tutto il territorio nazionale.

Preliminarmente, occorre sgomberare il campo da due possibili equivoci in cui potresti facilmente cadere. La pratica forense presso l’Inps, infatti, non può avere durata superiore ai 12 mesi: i restanti sei, necessari per accedere all’esame di abilitazione per la professione di Avvocato, devono necessariamente svolti presso uno studio legale.

In secondo luogo, essa non dà alcun titolo o diritto di prelazione per l’accesso ai ruoli dell’Avvocatura dell’Inps, non facendo sorgere alcun diritto o interesse di natura giuridico-economica.

Ovviamente, resta fatto salvo il diritto al rimborso mensile a te spettante in quanto tirocinante presso l’Avvocatura dell’Istituto. Se ti stai chiedendo in cosa consista la pratica forense all’Inps, essa non è strutturalmente differente da quella tradizionale.

La formazione, di taglio spiccatamente pratico-funzionale, consiste nella stesura di atti e pareri, redatti prima sotto la supervisione di un Avvocato e successivamente in piena autonomia e nella partecipazione alle udienze in affiancamento agli Avvocati dell’Istituto.

Una delle attività principali della pratica forense, sia presso l’Inps sia quella di stampo tradizionale, concerne nella costante ricerca dottrinale e giurisprudenziale,indispensabile per una corretta redazione dei pareri che saranno poi oggetto delle prove di esame per l’abilitazione alla professione d’Avvocato.

Requisiti per la pratica forense all’Inps?

Oltre ai requisiti basilari già esaminati in precedenza, quali l’essere cittadino italiano, appartenente a uno Stato membro dell’Unione Europea o un cittadino di un Paese extra U.E. purché in possesso dei requisiti prescritti dall’articolo 17, comma 2 della L.247/2012.

Essere in regola con tutte richieste finalizzate all’iscrizione nel registro dei praticanti presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di competenza, l’aspirante praticante presso l’Inps, all’atto di presentazione della domanda deve indicare i dati anagrafici basilari e il codice fiscale, l’indirizzo mail cui ricevere tutte le comunicazioni da parte dell’Istituto, l’indicazione del voto di laurea, la Facoltà presso la quale si è conseguito il titolo, la data della laurea, i voti riportati negli insegnamenti di diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile e penale, diritto del lavoro e diritto amministrativo, l’ufficio presso il quale s’intende effettuare il tirocinio, il comune nelle cui liste elettorali si risulta iscritti, il non aver riportato condanne, il non essere in conflitto d’interessi con le finalità perseguite dall’Istituto e lo stato di disoccupazione in cui si versa.

Oltre a ciò, il potenziale praticante deve obbligarsi a tenere un comportamento sempre corretto nei confronti dell’Istituto e dell’Avvocato cui si è assegnati, a tenere una condotta improntata a doveri di lealtà, probità, dignità e decoro, comunicando tempestivamente cambi di residenza o domicilio o una sopravvenuta impossibilità di proseguire la pratica forense presso l’Istituto.

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Pratica forense all’Inps: come si svolge

Benché la selezione iniziale possa sembrarti un ostacolo insormontabile – stante la formazione della graduatoria che terrà conto del tuo voto di laurea, di un’eventuale lode, della media dei voti riportati agli esami di diritto civile, procedura civile, diritto penale, diritto processuale penale, diritto del lavoro e diritto amministrativo e del tuo curriculum vitae – tieni sempre bene a mente che l’Istituto, in qualsiasi momento, può interrompere la collaborazione già iniziata laddove l’Avvocato assegnatario riscontri una negligenza da parte del praticante a lui affidato o ravvisi un comportamento non consono all’attività posta in essere.

Di tutto ciò, sarà data comunicazione al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di appartenenza, cui spetterà la supervisione in ordine alla compilazione del libretto di pratica, alla presenza del praticante in udienza e all’espletamento di tutte le attività burocratiche connesse alla pratica forense.

Rimborso spese, l’aspetto più significativo della pratica forense all’Inps

Come già precedentemente anticipato, uno degli aspetti più vantaggiosi della pratica forense all’Inps è la corresponsione di un rimborso spese mensile che si attesta sui 450 euro.

Una volta ammessi a sostenere il tirocinio presso l’Istituto, infatti, il praticante dovrà mettersi in regola con tutti gli adempimenti burocratici richiesti dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di appartenenza, comunicando il nome del dominus affidatario incaricato dall’Inps.

Il rimborso spese, inoltre, sarà erogato compatibilmente con le esigenze di bilancio dell’Istituto e subordinatamente all’attestazione del regolare e proficuo svolgimento della pratica forense rilasciata dall’Avvocato cui è affidato il praticante.

Non sarà erogato alcun rimborso spese in mancanza di una regolare attestazione firmata e presentata dall’Avvocato affidatario.

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