Essere avvocati. Filosofia di una professione

Se sei un avvocato sai bene che intorno a questa professione circolano idee spesso sbagliate, in realtà hai già provato quanto spirito di sacrificio ci sia dietro ogni singola causa portata avanti.

Essere avvocati vuol dire entrare ogni giorno in contatto con le persone in momenti difficili, cioè quando hanno dei problemi legali da risolvere o sono costretti a difendersi di fronte alle pretese altrui o da accuse ingiuste.

Ciò vuol dire che un avvocato deve avere un certo equilibrio interiore per riuscire a non lasciarsi travolgere dai fatti, mantenere lucidità e allo stesso tempo non essere indifferenti ai problemi altrui, ma avere partecipazione.

L’empatia con il cliente è importante perché questo affidandosi a un esperto in professioni legali in momenti delicati, vuole sentirsi compreso a livello umano e allo stesso tempo vuole vedere di fronte a sé un professionista serio.

La serietà si manifesta anche nella capacità di riuscire ad interfacciarsi con persone che hanno un’estrazione sociale diversa dalla propria perché in fondo tutti i clienti sono uguali: vogliono essere compresi, ma anche comprendere.

Per riuscire in questo obiettivo è importante gestire il proprio lavoro come una vera e propria filosofia di vita, mettendo cuore, impegno e dedizione in ogni consulenza legale.

L’abnegazione alla professione richiede la capacità di mettere da parte i propri interessi per tutelare gli altri.

Nella maggior parte dei casi per gli avvocati non esistono orari da rispettare perché i clienti arrivano o chiamano negli orari più improbabili e chiedono di essere ascoltati perché ciò che per un avvocato può essere un banale problema, per loro è un grosso grattacapo.

Inoltre il lavoro di un avvocato non termina una volta uscito dal tribunale o dopo aver ricevuto tutti i clienti.

Quando tutte le luci si spengono, resta in ufficio a studiare i casi e a far fronte a tutte le incombenze burocratiche tipiche di questo lavoro che richiede un rigido rispetto dei tempi nella gestione delle attività procedurali.

Forza d’animo e volontà non possono mai mancare nella vita di un esperto in professioni legali.

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Essere avvocati: tutto inizia con la scelta della facoltà

Essere avvocati è una scelta di vita. La filosofia della professione di avvocato si apprende già al momento della scelta del percorso di studi che può essere lungo, ma che, soprattutto, non termina mai perché ogni giorno ci sono delle novità normative da applicare e che possono fare la differenza tra la riuscita o meno di una causa.

Per essere avvocati occorre conseguire una laurea nelle materie giuridiche.

Dopo questo primo passo è stato necessario seguire un periodo di pratica legale e superare un esame di Stato scritto e orale. Solo dopo aver superato tutte queste prove è possibile iscriversi all’albo e si può dire di essere avvocati.

Di certo però non è finito lo studio perché ogni giorno sarà necessario affrontare nuove prove e nuovi studi per gestire al meglio ogni singolo caso. Solo se hai una forte passione e ambizione riesci a gestire il carico di impegno che la professione può portare.

Ecco perché studiare le norme e le procedure diventa una vera e propria missione di vita che contribuisce a difendere al meglio le posizioni dei propri clienti.

Un avvocato ha in mano la vita delle persone, che si tratti di difendere i loro interessi economici o di altra natura. Anche difendere un cliente da un’esecuzione forzata, ad esempio sulla casa di proprietà, vuol dire avere in mano la vita di una persona, anzi spesso di una famiglia.

Ancor più pesante il fardello quando in ambito penale è necessario difendere una persona da accuse che possono portare a reclusioni per tempi più o meno brevi.

Questo spiega perché si può dire che essere avvocati non è un professione come le altre, ma una filosofia di vita.

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Essere avvocati ognuno a suo modo

Ovviamente ogni professionista è diverso e non esiste un solo modo di fare l’avvocato, ognuno porterà il suo carico di capacità, conoscenza, ma soprattutto la propria personalità.

Troppo spesso si è sentito parlare di avvocati senza scrupoli che intraprendono una causa anche quando sanno che il loro cliente ha palesemente torto ed è destinato a soccombere. Questa pratica in realtà non è consona alla filosofia della professione di avvocato ed infatti vi sono norme che sanciscono questo comportamento.

L’articolo 96 del Codice di Procedura Civile punisce chi intraprende una lite temeraria e prevede la responsabilità in solido tra avvocato e cliente. Si ha una lite temeraria quando le parti agiscono in malafede o con colpa grave. La lite temeraria è sancita anche perché contribuisce ad ingolfare il sistema giudiziario già sovraccarico.

L’articolo 96 c.p.c non è il solo riferimento normativo da tenere in considerazione. Infatti il codice deontologico della professione forense prevede una sanzione disciplinare per gli avvocati che dimostrano incompetenza e negligenza nell’esercizio della professione.

Non solo, anche la Corte di Cassazione ha confermato l’onere per il professionista di esercitare la professione in modo diligente e con la necessaria competenza.

La procedura è partita da una cliente che ha segnalato errori di diritto commessi dal suo difensore nell’arco della procedura che la riguardava.

La sanzione comminata dal Consiglio è stata poi confermata dalla Corte di Cassazione che ha quindi sancito il diritto al risarcimento del danno per il cliente che ha subito tale comportamento negligente (sentenza 25633 del 14-12-2016).

Appare quindi evidente che essere avvocati è una vera e propria missione ed è contrario ai principi che dovrebbero ispirare questa professione avere dei comportamenti eticamente riprovevoli e che possono indurre in errore i clienti e le controparti.

Ovviamente sai bene che non tutti gli avvocati hanno tali comportamenti, anzi possono essere considerati casi marginali.

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Capacità di mediazione dell’avvocato

In ambito civile il principio oggi prevalente è proprio quello di evitare lunghi processi i cui costi sono anche più elevati del valore economico della causa intrapresa. Proprio per questo si fa ampio ricorso alla mediazione civile.

In tale contesto essere avvocati vuol dire essere anche in grado di fare da paciere, cioè aiutare le parti a trovare un accordo che può essere equo per tutti. In tale frangente la capacità di interloquire con gli altri è fondamentale perché permette di tenere in considerazione gli interessi di tutti.

Inoltre grazie all’abilità comunicativa degli avvocati, sarà anche possibile calmare le parti che spesso assumono toni esacerbati e al limite della violenza. La capacità di mediazione è importante anche nel diritto di famiglia e in particolare nella nuova disciplina prevista per la separazione e il divorzio (legge 55 del 2015).

Infatti oggi questi istituti sono stati completamente riformati e vi è la possibilità di applicare la separazione consensuale e il divorzio breve. Anche in questo caso l’obiettivo del legislatore è ridurre la litigiosità tra le parti. La nuova disciplina, seppure non preveda la presenza obbligatoria di un avvocato, comunque gli affida un ruolo centrale.

Nucleo centrale del divorzio breve è l’accordo tra le parti e solo la presenza di due avvocati, uno per ogni coniuge, aiuta a stipulare un accordo equo per entrambe le parti e quindi a tutelarle da eventuali prevaricazioni che possono esservi al momento di sciogliere la comunione dei beni e procedere alla divisione dei beni.

Anche in questo caso la sensibilità dell’avvocato e le abilità comunicative possono fare la differenza.

Essere avvocati oggi: strumenti per semplificare la professione

Si evince da questa breve disamina che la professione di avvocato è in costante mutamento. Nel tempo le sue attività hanno assunto un ruolo sempre più principale perché in molti casi quasi si sostituisce al giudice, o meglio evita il ricorso a lunghe procedure.

Questo mutamento si accompagna ad una diversa organizzazione degli studi professionali.

Attualmente nell’esercizio della professione di avvocato sempre più spesso si decide di propendere per la formazione di studi legali associati. Di conseguenza vi sono diversi professionisti in un unico studio e gli stessi sono specializzati in diversi rami del diritto. Questo consente al professionista di concentrarsi su una materia e quindi di offrire prestazioni di elevata professionalità.

In uno studio associato sarà possibile trovare l’esperto in diritto penale, civile, commerciale, diritto delle società, del lavoro, diritto di famiglia, ecclesiastico, tributario, recupero crediti e tanti altri rami.

In un panorama così variegato e multiforme, per facilitare la tua missione di avvocato, ci sono le piattaforme Legaldesk.

Queste mettono a disposizione software che consentono di gestire facilmente il lavoro e in particolare:

  • gestire le parcelle, l’agenda degli appuntamenti e le pratiche.
  • dare accesso al Polisweb (portale dei servizi telematici del ministero della Giustizia che consente di accedere agli atti senza dover fare la fila alle cancellerie dei tribunali).
  • predisporre correttamente gli atti del Processo Civile Telematico.
  • svolgere tutte le incombenze dettate dalle nuove norme applicabili a chi esercita la professione di avvocato.

Si tratta di un vero e proprio sostegno per ogni professionista che svolge con passione il proprio lavoro.

Il risultato sarà una gestione più facile, efficiente e veloce del tuo lavoro e soprattutto in linea con le nuove normative.

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