Iniziando dagli albori della storia del diritto in Italia, si prende il via da Ulpiano.
Si tratta di un giurista romano che per le sue capacità venne citato da Teodosio II e Valentiniano III nella Legge delle Citazioni, questa prevedeva che i giudici nel dirimere le controversie presentate dovevano attenersi al contenuto degli scritti di Ulpiano.
Se questi possono essere considerati gli albori del diritto non mancano nel tempo professionisti che si sono contraddistinti per la loro partecipazione alla formazione del diritto e hanno contribuito a cambiare la stria.
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Lidia Poet: il primo avvocato donna
Il primo avvocato di cui parlare è una donna: Lidia Poet, nome che forse a molti non dirà nulla, ma in realtà è stata la prima donna a chiedere l’iscrizione all’albo degli avvocati.
La donna si laureò nel 1881, seguì la pratica forense e nel rispetto della legge chiese l’iscrizione all’abo di Torino.
La stessa fu accettata, perché non vi era alcuna legge che vietava espressamente tale pratica. La cosa creò scompiglio e soprattutto non fu accettata dal Procuratore del Re che denunciò l’anomalia di una donna in toga presso la Corte di Appello.
Le motivazioni furono piuttosto subdole e facevano leva sull’onore e credibilità dell’avvocatura.
Inoltre tendevano a proteggere l’onore femminile, assumendo che, in caso di vittoria dell’avvocato donna in tribunale, in molti avrebbero potuto pensare che la stessa fosse ottenuta a causa delle “leggiadria” del gentil sesso.
La Corte di Appello accettò le ragioni del Procuratore e ordinò la cancellazione dall’albo e quindi l’inibizione al frequentare le aule del tribunale.
Nel frattempo Lidia Poet continuò a lavorare al fianco del fratello titolare di uno studio legale.
I riconoscimenti da parte del mondo accademico non le mancarono in quanto partecipò al primo Congresso Penitenziario Internazionale tenutosi a Roma e fu nominata vice-presidente della sezione diritto presso il Segretariato del Congresso Penitenziario Internazionale.
Nel 1919 con la legge Sacchi che liberalizzava l’accesso delle donne a molte professioni, cadde per lei il divieto di indossare la toga e dal 1920, a 65 anni ricominciò ufficialmente il lavoro di avvocatessa.
Una storia simile fu quella di Teresa Labriola, anche lei laureata in giurisprudenza prima della legge Sacchi.
Non poté esercitare la professione anche se iniziò nel 1912 la sua lotta per potersi iscrivere all’albo, fino a quando nel 1919 caddero le restrizioni alla professione e poté iniziare ad esercitare.
Fino a quel momento aveva fatto parte del mondo accademico insegnando filosofia del diritto, senza però ottenere mai la cattedra proprio a causa del suo sesso.
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Piero Calamandrei: il padre del Codice Civile
Tra gli avvocati che in Italia hanno fatto la storia c’è Piero Calamandrei.
Nasce nel 1889, è considerato il padre del Codice Civile e ha insegnato Procedura Civile presso l’Università di Messina, Modena, Siena.
Non sono solo i tratti da accademico a renderlo uno dei migliori avvocati che l’Italia abbia avuto, ma anche la sua concezione di questa professione.
Calamandrei infatti affermava che vi sono molte professioni che si possono fare con il cervello e non con il cuore, ma l’avvocato non era tra queste.
Un buon avvocato deve essere in grado di sentire le angosce dei clienti e proprio per questo alla morte il cencio nero (la toga) deve essere posta sulla bara ad indicare anche le lacrime dei clienti asciugate.
Si tratta a ben vedere di una concezione a tratti romantica che incarna perfettamente il ruolo dell’avvocato, anche se spesso l’aspetto umano viene trascurato.
Avvocati e Presidenti della Repubblica
Tratto comune di molti Presidenti della Repubblica Italiana sono gli studi in giurisprudenza anche se non tutti hanno svolto la professione di avvocato. Ad esempio l’attuale presidente Mattarella è professore di diritto parlamentare, era iscritto l’albo degli avvocati di Palermo.
Tra gli ex Presidenti della Repubblica che hanno esercitato la professione deve essere ricordato Giovanni Leone, che prima della elezione nel 1971 è stato uno dei migliori avvocati d’Italia e professore universitario.
In particolare Leone è stato docente di Diritto e procedura Penale presso l’università di Camerino, in seguito insegnerà anche all’università di Messina, Bari, Napoli e Roma.
Nella sua carriera di Avvocato penalista ha avuto anche numerosi riconoscimenti, in particolare ha ottenuto l’incarico di Presidente del Gruppo Italiano della “Association Internationale de Droit Penale” e nella stessa associazione è stato anche nel Comitato Direttivo.
Leone è autore anche di numerosi trattati di diritto penale tradotti in diverse lingue.
Giovanni Leone non è stato l’unico ex Presidente della Repubblica che proviene dal mondo dell’avvocatura, infatti, c’è anche Enrico de Nicola, il suo studio di trovava a Napoli e lui vanta di aver formato altri importanti avvocati della storia d’Italia, tra cui lo stesso Leone e Francesco De Martino.
L’importanza di Enrico De Nicola come avvocato e giurista si manifesta anche attraverso la stesura della legge che istituì la Cassa di previdenza e assistenza per gli avvocati italiani.
Nello stesso periodo è stato più volte membro del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli.
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L’importanza dell’avvocatessa Tina Lagostena Bassi nel diritto e nella storia d’Italia
Un’altra avvocatessa che si può dire abbia segnato la storia d’Italia è Tina Lagostena Bassi.
Nasce nel 1926 ed è diventata famosa per le sue posizioni volte al riconoscimento dei diritti delle donne.
Divenne già in giovane età consulente per il Ministero di Grazia e Giustizia, ma balzò agli onori della cronaca all’interno del processo per il massacro del Circeo.
Come la maggior parte degli addetti ai lavori sa, si trattò di un efferato caso di violenza che scosse l’Italia.
Tina Lagostena Bassi in quel processo rappresentava Donatella Colasanti vittima di violenza e unica sopravvissuta grazie all’astuzia di fingersi morta.
Le violenze e sevizie subite dalle due ragazze avevano come sfondo la misoginia degli aguzzini, tre ragazzi della Roma bene che allora frequentavano l’università.
Il processo fu caratterizzato da un’onda maschilista che in un certo senso trasformava la vittima del reato in una colpevole. L’avvocatessa sottolineò quest’aspetto, per la prima volta introdusse in un processo la parola stupro a sostituzione della locuzione “violenza sessuale”. Nonostante le condanne non furono altissime, riuscì ad aprire il dibattito su questo tema e a scardinare vecchie abitudini.
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Gli avvocati più famosi d’Italia
Non mancano avvocati che stanno facendo ora la storia, tra questi c’è Franco Coppi. Si tratta di un importante cassazionista/penalista che allo stesso tempo esercita l’attività di professore di diritto penale.
Nato in Libia, si laurea in giurisprudenza e dal 1975 inizia anche l’attività di insegnante prima presso l’Università di Teramo e Perugia e in seguito presso L’università di Roma La Sapienza.
Franco Coppi è diventato famoso in Italia soprattutto per alcuni processi ad alto impatto mediatico per i protagonisti e per l’efferatezza del crimine commesso. Insieme a Giulia Buongiorno è stato difensore di Giulio Andreotti.Non solo, perché è stato difensore del professore Bruno Romano nel processo per l’omicidio di Marta Russo.
Nel caso di Via Poma è stato difensore di Raniero Busco.
Questi sono solo alcuni dei casi da lui seguiti, ma ciò che ha caratterizzato gli ultimi anni è stata la difesa di Sabrina Misseri nel processo per l’omocidio per la morte della piccola Sarah Scazzi nel Delitto di Avetrana.
Il caso per lui ha avuto un impatto emotivo talmente importante che ha dichiarato di aver avuto un momento in cui ha pensato di lasciare la professione proprio a causa della condanna dell’imputata.
La regina del diritto di famiglia è invece Annamaria Bernardini De Pace che proprio per la sua esperienza maturata in questo campo è consigliere della Società di Psicologia Giuridica di Padova.
In materia di diritto di famiglia ha scritto molti testi tra cui Figli condivisi, concentrato sulla riforma del diritto di famiglia che ha portato alla previsione dell’affido condiviso in caso di separazione/divorzio dei genitori in modo da tutelare il diritto alla bi-genitorialità dei figli.
Non mancano avvocati italiani che sono entrati nella storia anche al di fuori dei confini.
Questa è la storia di Simonetta Agnello Hornby che nasce a Palermo, qui si laurea e ottiene la specializzazione come avvocata minorile.
Si trasferisce però a Londra dove continua ad occuparsi di minori, ma non solo. Simonetta Agnello Hornby si occupa di difendere i diritti degli immigrati musulmani e neri.
Si afferma anche come scrittrice con il romanzo La Mennulara, Caffè amaro, La zia Marchesa.
L’importanza di seguire in modo scrupoloso ogni caso
Ciò che ha caratterizzato gli avvocati più famosi della storia d’Italia è la loro capacità di innovare, la profonda conoscenza del diritto e la concentrazione sui casi.
La concentrazione sul caso è importante soprattutto oggi che la tecnologia moderna e la scienza hanno fornito la possibilità di eseguire indagini accurate ed utilizzare mezzi di prova nuovi ed evoluti che permettono di ricostruire perfettamente la dinamica dei fatti.
Per poter seguire ogni caso in modo puntuale e diventare uno dei migliori avvocati d’Italia è necessario però avere il giusto supporto soprattutto per avere sempre a disposizione tutti gli aggiornamenti giuridici, gestire gli appuntamenti con clienti e udienze, fatturare e gestire le comunicazioni telematiche.
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