Avvocato e la giornata tipo nello studio legale

Lungi dall’essere un mestiere semplice e contemporaneamente redditizio, quella dell’avvocato diventa una professione spesse volte complessa.

A maggior ragione in un periodo in cui la professione richiede versatilità e capacità di adattamento alle esigenze del settore.

Se i clienti scarseggiano per via di una burocrazia troppo costosa, non mancano persone che scelgono di affidarsi ad un avvocato anche solo per una lettera di diffida. Così la giornata di un avvocato è divisa fra tribunale e studio legale, fra udienze e analisi delle documentazioni.

Ma com’è una giornata tipo? Cosa avviene durante il pomeriggio?

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Avvocato e la giornata tipo nello studio legale: la routine quotidiana

Quella dell’avvocato può definirsi ”giornata piena” a tutti gli effetti. Perché non esistono momenti liberi, pause e relax fra un impegno ed un altro. Si comincia di buon mattino, con la lettura della propria agenda legale per ritornare a casa la sera e finire parte del lavoro lasciato a metà.

Così quella dell’avvocato è una giornata che si divide in due parti: la mattina è dedicata alle udienze ed alle incombenze da sbrigare in cancelleria. Il pomeriggio viene riservato allo studio delle cause, alla redazione degli atti, agli incontri con gli assistiti e, eventualmente, alle riunioni di gruppo.

Si, proprio di gruppo si può parlare perché lo studio legale moderno è formato da un team di professionisti ciascuno dei quali può occuparsi di una singola materia o di uno specifico settore.

Ma lasciamo da parte la filosofia del gruppo ed incentriamoci sulla giornata tipo di un avvocato. Ciò che la rende diversa da ogni altro lavoro è il fatto che nessuna giornata è uguale alle altre, nessun attimo si somiglia a quello precedente.

Partiamo dal fattore ”trasferte”. Nessun avvocato sta fermo nel proprio studio o diventa abituè di un solo tribunale.

L’avvocato viaggia, si sposta, alle volte anche in città differenti per incontrare un cliente o interrogare un testimone. Se le trasferte sono all’ordine del giorno, ancor più frequenti sono gli spostamenti al di fuori dello studio legale, poiché fare l’avvocato significa dimenarsi da una parte all’altra nonostante si abbia una sola sede.

Spostarsi diventa necessario se si desidera centrare a pieno i propri obiettivi. Alcuni professionisti, ad esempio, collaborano con aziende ed attività commerciali che richiedono la presenza dell’avvocato almeno una volta a settimana.

Pensa all’avvocato che supporta un’attività di riscossione crediti, o un’agenzia di pratiche auto. Oppure ad un professionista che collabora con altri studi legali, magari sparsi in diverse regioni italiane.

Le trasferte sono tipiche della professione e chi desidera aspirare alla carriera di principe del foro deve necessariamente tenerne conto. Spesso non esistono orari e il tempo da dedicare ai propri affetti si riduce in una manciata di ore. Per tale ragione diventa importante saper gestire il lavoro in maniera ottimale.

Qualora l’agenda non preveda spostamenti l’avvocato non è esente da impegni, nonostante parte del lavoro venga delegato ai propri collaboratori.

Esistono compiti che non possono essere affidati ad altri, da un lato per questioni legali, dall’altro perché l’esperienza del professionista è richiesta esplicitamente dallo stesso cliente. In tal caso l’avvocato deve impegnarsi in prima persona ottimizzando il tempo a disposizione fra un appuntamento ed un altro.

E se non dovesse riuscirci, non di rado capita di portarsi a casa il lavoro d’ufficio, da svolgere dopo cena seduti comodamente sul divano.

Ok, detta così la vita di un avvocato sembra un’odissea, e forse potrebbe esserlo. Ma vuoi mettere la soddisfazione di ricevere gratitudine e riconoscimenti dai tuoi clienti?

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Avvocato, giornata tipo nello studio legale: gli appuntamenti

Mettendola sul ridere, colleziona più appuntamenti un avvocato che un latin lover in tutta la sua vita. Gli appuntamenti sono fondamentali per un professionista, perché da essi dipende il lavoro, il guadagno e i feedback dei clienti.

Si va dal primo appuntamento fissato con una persona interessata all’assistenza per giungere ai vari incontri stabiliti di volta in volta con i propri assistiti. Il tutto spalmato nelle ore pomeridiane, quelle non dedicate alle udienze in tribunale.

Nel primo caso si tratta di un appuntamento fondato sulla necessità di instaurare un rapporto di fiducia con il potenziale cliente.

Nel secondo caso la fidelizzazione è già consolidata e bisogna aggiornare il cliente sull’andamento della causa, sugli imprevisti, sulle novità del settore.

Ma andiamo con ordine.

Gli appuntamenti con i nuovi clienti sono quelli a cui è necessario dedicare gran parte del tempo a disposizione. Generalmente essi avvengono nello studio legale, nell’ufficio ove il professionista svolge il proprio lavoro (la privacy è fondamentale).

L’appuntamento è, in realtà, un colloquio o a volerla dire meglio una ”seduta di psicanalisi” in cui il cliente cerca un appoggio e ha bisogno di sentirsi a proprio agio.

L’avvocato, oltre a creare un ambiente di lavoro che trasmetti professionalità e autorevolezza (per questo va di moda lo stile classico nell’interior design), cerca un approccio quanto più amichevole. E lo fa ascoltando quanto ha da dire la persona in merito ai problemi che intende esporre. Sono poche le parole che l’avvocato pronuncia all’inizio, ma tante quelle che servono a spiegare come andrebbe risolta una certa situazione.

L’atteggiamento del professionista trasmette tranquillità, pacatezza, infonde un senso di sicurezza, come a voler dire ”tranquillo. Tutto si risolverà”.

I tecnicismi sono messi da parte per lasciar spazio ad un linguaggio comune che riesca ad essere in sintonia con il bagaglio culturale del cliente.

L’appuntamento fissato per ”aggiornare la situazione” ha durata breve, nonostante gran parte delle volte avvenga nello studio legale (sempre per questione di privacy).

Può essere richiesto dallo stesso cliente, o fissato direttamente dal professionista che intende informare sulle novità in corso.

Si mostrano i documenti ottenuti, si legge la replica dell’avversario, si analizzano le ordinanze del giudice e si stabilisce insieme il da farsi. L’avvocato sa già come muoversi, ma aspetta che sia il cliente a chiedere cosa fare. E se costui si trovasse in difficoltà, lo stesso professionista lo condurrà alla scelta migliore.

La fidelizzazione si irrobustisce, l’assistito ripone piena fiducia. In alcuni di questi appuntamenti si chiederanno gli anticipi di spesa e si concorderà l’onorario dell’avvocato, sulla base delle tabelle stabilite dalla legge.

Gli appuntamenti possono essere anche di tipo informali, soprattutto se non riguardano questioni private proprie del cliente. Ci si potrà incontrare davanti ad un caffè, o a casa dello stesso cliente, magari per concordarsi sulla strategia da adottare l’indomani dinnanzi al giudice.

Questa tecnica serve solitamente a smorzare la tensione che precede una causa importante e a ribadire che le cose si risolvono. Tanto esistono tre gradi di giudizio.

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Avvocato e giornata tipo: studio dei casi

Messi da parte gli appuntamenti, parte del pomeriggio viene dedicato allo studio dei casi, alla redazione dei documenti e alla preparazione degli atti da presentare in cancelleria.

Generalmente l’avvocato delega parte del lavoro ai propri collaboratori, con lo scopo di ottimizzare l’attività ed ottenere quante più informazioni possibili.

Ad esempio una persona potrebbe occuparsi della ricerca in merito ai precedenti giudiziali, un’altra avrà il compito di analizzare i documenti forniti dal cliente, un’altra ancora si occuperà di trovare le prove necessarie per avallare la difesa dell’assistito.

L’avvocato potrebbe riservarsi lo studio della disciplina legislativa che richiede tanto tempo ed un analisi incrociata fra giurisprudenza e dottrina. Oltre al tempo bisognerà avere la massima concentrazione, perché nulla deve sfuggire ed un piccolo particolare potrebbe tornare utile alla risoluzione del caso.

Lo studio di un caso può richiedere moltissimo tempo, alle volte anche diversi giorni. Dipende dalla complessità della situazione, oppure dalle prove fornite dall’assistito.

Pensa ad un cliente che necessita di essere difeso da una pesante accusa, da cui deriva la richiesta ingente del risarcimento danni: se si perdesse in giudizio l’assistito si troverebbe a dover pagare un qualcosa che forse non è dipeso dalla sua colpa.

L’avvocato quindi scandaglierà ogni possibilità, analizzerà tutte le recenti pronunce della Cassazione, passerà al vaglio gli articoli giuridici redatti dagli esperti del settore. L’avvocato annota tutto su un taccuino, appunta gli articoli di legge più importanti, svolge un lavoro così complesso che una persona comune non riuscirebbe mai ad immaginare.

Un esempio? Tra 150 mila leggi in vigore in Italia in presenza di un’antinomia si cerca la soluzione con i criteri cronologico, di specialità, di competenza e di gerarchia. Sembra facile, eppure l’analisi richiede massima preparazione ed un sapere così immenso da occupare molto più di un pomeriggio.

Anche per la stesura di contratti, di diffide e di lettere di vario genere è necessario riservare tempo ed attenzione. E forse l’attenzione dovrebbe essere maggiore se, ad esempio, viene richiesta la redazione di un atto da cui dipenderà un affare importante.

Lo studio delle clausole cammina di pari passo con quanto dice il codice civile ed è fondamentale riuscire a tutelare il proprio cliente fornendo un atto conforme il più possibile alla legge.

L’avvocato sceglie lo studio legale per lo svolgimento del proprio lavoro perché può favorire maggiori spunti rispetto ad altri luoghi. L’archivio, la biblioteca, oppure l’ausilio degli altri professionisti può fornire maggiori opportunità rispetto ad una semplice analisi svolta al pc.

Così la collaborazione, il lavoro in team diventa un’occasione in più per lavorare bene e lavorare insieme avvalendosi del supporto e dell’aiuto reciproco in queste e in molte altre evenienze.

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Avvocato e la giornata tipo studio legale: la gestione dello studio

La giornata tipo di un avvocato non si riduce solo ed esclusivamente al lavoro intellettuale. Abbraccia differenti ambiti che spesse volte nulla hanno a che fare con la specializzazione del professionista.

Come una coppia si occupa della gestione di una casa, allo stesso modo l’avvocato ha l’onere di amministrare lo studio legale, vuoi assieme ai propri soci, vuoi in via autonoma.

Gestire uno studio legale significa amministrare i vari uffici, essere un punto di riferimento per dipendenti ed i praticanti, occuparsi della parte contabile, dell’organizzazione dell’archivio, di aspetti completamente lontani dal lavoro di un avvocato. Facciamo un esempio.

Gran parte del lavoro viene svolto al computer e in uno studio legale è possibile che ci siano postazioni diverse, ciascuna delle quali riservata ai vari soci. Ci si avvale di un’unica connessione, di un server, di una linea intranet capace di mettere in comunicazione i diversi computer.

In tutto questo bisognerà tener conto dei sistemi antivirus, sarà necessario controllare che chi usa un pc lo faccia senza mettere in pericolo i dati dei clienti e che i device vengano utilizzati esclusivamente ai fini lavorativi.

La gestione di uno studio legale non si arresta nemmeno alla sola parte pratica, ma si estende a fattori che consentiranno ai soci (ed allo stesso avvocato) di poter operare in futuro. Sono le cosiddette ”scelte strategiche” di medio – lungo periodo, elaborate a seconda degli obiettivi prefissati dallo studio che siano essi economici, patrimoniali o, addirittura, lavorativi.

La scelta strategica permette di pianificare gran parte delle attività ottimizzando le risorse ed investendo su elementi che potrebbero regalare maggior prestigio allo studio legale. Questi sono gli argomenti oggetto delle riunioni convocate a scadenza dai soci dello studio.

E sempre in riferimento all’aspetto strategico – gestionale, la giornata tipo (o forse la riunione tipo) potrebbe essere l’esatta riproduzione della giornata tipo di una società di capitali, giacché da un anno a questa parte è ammessa anche questa forma societaria fra professionisti.

Allora si discuterà di aspetti che riguarderanno le spese, la ripartizione degli utili, il regime fiscale da adottare, gli investimenti da eseguire. E seguirà l’approvazione del rendiconto e la stesura del bilancio preventivo, quello che definisce in linee generali il budget ad ogni inizio di esercizio.

L’aspetto societario non è da sottovalutare nonostante venga riservato uno spazio di tempo molto ridotto rispetto al lavoro di ogni singolo professionista. Il tempo dedicato dovrà essere proficuo per consentire a tutti di convergere in un’unica soluzione.

Le riunioni dureranno il tempo necessario per la lettura e l’analisi dei documenti contabili, per l’approvazione di un investimento, per la discussione di un’importante operazione e per definire l’orientamento concorrenziale dello studio legale. 

Difficile immedesimarsi in un avvocato imprenditore, ma è la professione del futuro, quella che potrà rendere più competitivi i professionisti del settore.

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