Nell’ultima edizione ti ho parlato dell’opportunità di investire in obbligazioni soffermandomi soprattutto sulle obbligazioni a tasso fisso.
Come ti ho detto nel precedente articolo, esiste però un’altra categoria di titoli obbligazionari e cioè le obbligazioni a tasso variabile. Questi titoli sono diversi da quelli a tasso fisso e rispondono in modo diverso alle variazioni macroeconomiche, in particolare alle variazioni di tassi di interesse ed inflazione.
Obbligazioni a tasso variabile, come varia il tasso?
Le obbligazioni a tasso variabile sono titoli obbligazionari la cui cedola non è fissa, ma varia al cambiare di determinati parametri.
Ad esempio, molte obbligazioni a tasso variabile hanno un rendimento legato all’Euribor a 3 o 6 mesi. Altre obbligazioni possono essere legate al Libor, mentre ad esempio in Italia l’obbligazione a tasso variabile più diffusa è il CCT, il cui rendimento è legato a quello dei BOT. Insomma, a parametri del mercato monetario.
Un’altra tipologia di obbligazioni a tasso variabile sono le obbligazioni inflation linked, il cui rendimento è legato all’andamento dell’inflazione.
Questa struttura fa sì che questi titoli abbiano un andamento esattamente opposto rispetto a quelli a tasso fisso al variare di tassi di interesse ed inflazione.
Infatti, se i tassi salgono un’obbligazione a tasso fisso viene penalizzata, visto che gli investitori potranno comprare nuove obbligazioni ad un rendimento più alto rispetto alle vecchie.
I titoli a tasso variabile, invece, guadagnano quando i tassi salgono se hanno cedole legate a parametri di mercato monetario, oppure quando sale l’inflazione se sono di tipo inflation-linked. Spesso inflazione e tassi di interesse salgono insieme.
Quindi, è chiaro che anche a livello di portafoglio richiedono delle considerazioni diverse.
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Quale ruolo per le obbligazioni a tasso variabile nel tuo portafoglio?
Le obbligazioni a tasso fisso hanno il ruolo di stabilizzare il portafoglio riducendone la volatilità. Le obbligazioni a tasso variabile, da questo punto di vista, sono persino meglio. Essendo meno esposte alle variazioni dei tassi, sono anche meno volatili rispetto ai titoli a tasso fisso e quindi stabilizzano maggiormente il portafoglio.
Il rovescio della medaglia è che se i tassi non salgono ma scendono o restano stabili, il loro rendimento sarà inferiore rispetto ai titoli a tasso fisso. In pratica, sono perdenti rispetto al fixed income in due scenari su tre.
I titoli a tasso variabile si avvicinano di più alla liquidità come profilo rischio/rendimento.
Concludendo, le obbligazioni a tasso variabile riducono ulteriormente la volatilità del tuo patrimonio. Tuttavia, attenzione a non esagerare con il loro acquisto, perché anche i rendimenti di lungo termine sono inferiori non solo a quelli del mercato azionario, ma anche ai rendimenti delle obbligazioni a tasso fisso.