ReGIndE ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nei procedimenti. Per tale ragione, è bene conoscerne tutti gli aspetti e, soprattutto, comprenderne l’importanza. Se vuoi saperne di più su ReGIndE, sei nel posto giusto.
Di seguito, infatti, verrà spiegato nel dettaglio a cosa si fa riferimento quando si parla di ReGIndE e come questo strumento così prezioso può essere messo a servizio della giustizia.
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ReGIndE: cos’è e come funziona
In primo luogo, è importante tenere conto del fatto che si tratta di un registro che viene gestito direttamente dal Ministero della giustizia in cui sono raccolti tutti i dati necessari per identificare i soggetti cosiddetti abilitati esterni. Inoltre sono presenti anche i loro indirizzi di posta elettronica rigorosamente certificata. Per poter fruire di questo comodissimo servizio non dovrai fare altro che collegarti al portale del Ministero interamente dedicato a tutti i servizi telematici digitando l’indirizzo pst.giustizia.it.
Dopo aver fatto ciò, non ti resterà che effettuare l’iscrizione al ReGIndE in modo gratuito utilizzando il tuo indirizzo di posta elettronica certificata. Ti verrà attivato il servizio grazie al quale potrai ricevere ogni genere di notifica telematica che viene effettuata in cancelleria oltre al deposito degli atti per via telematica. Al momento dell’iscrizione o del log in, è necessario essere in possesso della business key o della smart card. In entrambi i casi, dovrai accertarti che risultino essere abilitate oltre che configurate.
Sia l’abilitazione che la configurazione sono decisamente molto semplici. Basta, infatti, che tu proceda con l’installazione sul tuo computer del relativo certificato di autenticazione e configuri il browser che utilizzi. Riguardo al certificato necessario per l’autenticazione, nell’eventualità in cui utilizzassi la Smart card, dovrai procedere anche con il download del relativo software di installazione. Con la Business key, invece, sia il driver che il software sono già installati. Ma passiamo dalle specifiche tecniche a qualche informazione di carattere più generale.
Iscrizione al ReGIndE
Per tutti coloro che risultano essere iscritti ad un albo o, in alternativa, ad un elenco regolarmente istituito per gli enti pubblici, l’iscrizione a ReGIndE segue quanto stabilito del DM 44 del 2011. In termini molto più pratici, spetta all’ordine o all’ente inviare la richiesta per il censimento formale.
Questa richiesta deve essere formalmente inviata al responsabile Sia e vi dovranno essere specificate tutte le informazioni necessarie come, ad esempio, i dati per identificare l’ordine in questione o l’ente. Inoltre, dovranno esser presenti anche indicazioni specifiche in merito all’indirizzo di posta certificata da cui verranno inviate tutte le informazioni.
In ultimo, si dovrà anche indicare il nome di colui che è stato delegato ad inviare le informazioni. Rimanendo in tema di richiesta di censimento, dopo l’arrivo della conferma di ricezione, si deve procedere con l’invio dei documenti e di tutte le informazioni necessarie per il registro ReGIndE.
Tutti i file, oltre a dover essere caricati nel formati specificati, devono essere dotati o della firma digitale o, in alternativa, della firma elettronica a patto che sia qualificata del soggetto. Appare chiaro, dunque, che il ReGIndE è uno degli strumenti principali del processo telematico.
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Consultazione del ReGIndE: vantaggi
Se fino a poco tempo fa i legali d’Italia erano costretti a recarsi in tribunale per visionare gli atti e per rimanere sempre aggiornati sui vari procedimenti, oggi tutto avviene per via telematica. Ciò ha agevolato notevolmente lo svolgimento di ogni genere di pratica ed ha reso i tempi burocratici molto più brevi.
Il processo telematico è entrato ufficialmente in vigore nel 2015 e, pertanto, tutti i giudici e i legali hanno l’obbligo di mettersi in regola in tal senso. In questo ambito, è interessante precisare che il processo di informatizzazione vede direttamente protagonisti anche i cosiddetti consulenti tecnici d’ufficio (CTU) che, dunque, dovranno procedere con l’espletamento delle pratiche necessarie per poter inviare i propri documenti direttamente online.
Importante è il fatto che la consultazione di ogni genere di atto è possibile non solo da computer ma anche da ogni genere di dispositivo mobile come, ad esempio, un comunissimo smartphone o un tablet.
Registrazione e accesso al ReGIndE: cosa c’è da sapere
Nell’ottica del processo telematico, i difensori hanno l’obbligo di iscriversi a ReGIndE. Come già detto, per poter accedere a ReGIndE è necessario essere in possesso dell’apposito dispositivo che può essere acquistato, peraltro già configurato, al costo di circa 70 euro. A riguardo, si precisa che la certificazione vale per due anni e che per rinnovarlo sarà necessario spendere circa 40 euro. Dopo l’acquisto, si deve procedere all’installazione del dispositivo.
Per prima cosa, bisogna collegare il lettore al proprio computer e inserire la scheda nell’apposito lettore. Nel caso in cui, invece, si avesse acquistato la chiavetta, basterà scegliere una porta USB. A questo punto, sarà il computer a dover riconoscere in maniera automatica il dispositivo che è stato inserito. Trattandosi del primo inserimento, sarà necessario procedere con l’installazione del software e, anche in questo caso, c’è da fare una distinzione.
Per quanto riguarda la scheda, bisognerà procedere con il download sia del software che del driver per l’installazione visitando il sito dell’ente cosiddetto certificatore. La chiavetta, invece, ha un funzionamento diversi. Al suo interno, infatti, sono stati già installati sia il driver che il software e, dunque, il caricamento avviene in maniera automatica. In ogni caso, nell’eventualità in cui non dovesse partire, bisognerà procedere manualmente recandosi nelle risorse del computer e cliccando sull’icona relativa, appunto, all’autorun.
Non è finita qui. La fase successiva all’installazione è quella dell’abilitazione. Ciò potrà essere fatto direttamente dal menù, selezionando le apposite voci e avviando Bit4id, il programma di identità digitale. Anche in questo caso, abbiamo a che fare con una procedura decisamente molto semplice. In prima battuta, si dovrà modificare il PIN con uno personale. La cosa migliore da fare è evitare di inserire una sequenza di numeri banali o il numero attribuito al momento dell’iscrizione all’albo. L’ideale sarebbe trovare una combinazione difficilmente individuabile dai malintenzionati.
Ultimo step è la configurazione del browser che, come detto poco sopra, non è altro che il programma con il quale si naviga sul web. Anche in tale ambito è necessario fare qualche breve ma interessante precisazione. Ogni browser, infatti, ha delle caratteristiche specifiche di cui si dovrebbe tenere conto per evitare di dover fare i conti con piccoli problemi tecnici di varia natura. Indipendentemente da browser utilizzato, la configurazione viene effettuata attraverso un sito rigorosamente https.
Ciò vuol dire che si ha a che fare con un sito protetto e che, quindi, i dati sono riservati e non possono essere intercettati. Tra l’altro, ogni genere di comunicazione viene deviata dalla porta 80 alla 443, ancora meno intercettabile. In termini molto più pratici, anche nel caso in cui qualcuno tentasse di accedere a questo sito non essendo in possesso del relativo certificato di protezione verrà rimandato ad una pagina di errore.
Nell’eventualità in cui, invece, il problema di autenticazione si presentasse ai legittimi proprietari del dispositivo, sarà necessario procedere con una nuova installazione del certificati in questione. A questo punto, il dispositivo è regolarmente installato oltre che autenticato e non si deve fare altro che procedere con l’iscrizione. Affinché anche l’iscrizione vada a buon fine, si deve nuovamente collegare il dispositivo al computer, avviare il programma di autenticazione e collegarsi al portale dedicato ai servizi digitali. All’apertura della home page, basterà effettuare il login e visitare la sezione interamente dedicata alla registrazione a ReGIndE.
Non appena entrati nella pagina, si dovranno inserire i riferimenti richiesti tra cui il nome, il cognome, il codice fiscale e l’indirizzo di posta elettronica certificata. Tra l’altro, in questa sezione è anche presente un apposito pulsante in cui inserire documenti in Pdf atti a dimostrare l’iscrizione effettiva nell’elenco dei CTU. Al termine di questa procedura si potrà visualizzare la conferma di avvenuta registrazione. La medesima conferma verrà inviata in copia anche nella casella mail di posta certificata indicata al momento della registrazione.