Notifica via PEC e deposito di copia analogica: la contestazione di conformità all’originale deve essere chiara e specifica

Secondo la Corte di Cassazione, la contestazione della conformità all’originale di un documento prodotto in copia non può essere eseguita con frasi generiche o clausole di stile. Deve, invece, essere effettuata in modo chiaro e dettagliato, indicando specificamente sia il documento contestato che gli aspetti che si ritiene differiscano dall’originale. Questo principio è cruciale per evitare inefficacia nelle contestazioni legali.

Il Caso della CTR e la Contestazione della Conformità delle Cartelle Notificate via PEC

In una recente sentenza, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ha accolto l’impugnazione di una società riguardo le cartelle di pagamento notificate tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). L’ente esattore aveva infatti depositato copia analogica della notifica, ma la CTR ha sostenuto che fosse necessario depositare copie analogiche con attestazione di conformità o duplicati informatici su supporto CD/DVD. Poiché l’amministrazione non aveva seguito nessuna delle due modalità, la regolarità della notifica via PEC non risultava provata, e quindi le cartelle dovevano essere annullate.

Il Ricorso in Cassazione e la Sentenza della Corte

Il caso è arrivato in Cassazione, dove l’Agenzia delle Entrate ha contestato la sentenza della CTR, sostenendo che la mancata produzione degli originali digitali o delle copie analogiche autenticate delle relate di notifica comportasse automaticamente l’annullamento delle cartelle. La Corte ha ritenuto fondata la posizione dell’Agenzia delle Entrate, affermando che la contestazione della conformità di un documento deve essere formulata in modo chiaro e circostanziato. In altre parole, il giudice non può semplicemente negare ogni valore probatorio alle copie prodotte, ma deve valutare le specifiche difformità contestate sulla base degli elementi istruttori disponibili.

Principio Giuridico: La Certificazione di Conformità e la Valutazione delle Difformità

La Corte ha sottolineato che, qualora l’agente della riscossione produca una copia fotostatica della relata di notifica o dell’avviso di ricevimento, e il contribuente contesti la conformità di tali copie all’originale, è necessario che il giudice esamini le contestazioni in modo approfondito. Non basta un generico disconoscimento della copia; occorre che vengano indicati con precisione gli aspetti che si ritiene differiscano dall’originale. Inoltre, qualora non vi sia una rituale certificazione di conformità agli originali, il giudice deve comunque valutare le difformità sulla base di tutti gli elementi istruttori disponibili, compresi quelli di natura presuntiva, e dare il giusto rilievo ad eventuali attestazioni di conformità presentate dall’agente della riscossione.

Conclusioni: La Necessità di Contestazioni Specifiche e Chiare

La Cassazione ha accolto il ricorso, ribadendo l’importanza di una contestazione ben argomentata e specifica della conformità dei documenti. Nel caso in esame, la CTR non aveva chiarito se la contribuente avesse effettivamente contestato le fotocopie in modo generico o specifico, né se avesse indicato le difformità riscontrate. Inoltre, non si era valutato se vi fosse stata una valutazione preventiva delle difformità da parte del giudice, alla luce degli elementi istruttori disponibili.

Pertanto, la Corte di Cassazione, sez. Tributaria, ha annullato la decisione della CTR con l’ordinanza n. 6251 del 9 marzo 2025, ribadendo l’importanza di una contestazione chiara e precisa per garantire la regolarità delle notifiche e la corretta valutazione delle prove in sede giudiziaria.

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