Già molti Paesi europei (si prenda come esempio l’Estonia) hanno adottato questo sistema per accelerare la comunicazione fra pubblica amministrazione e cittadino ed i vantaggi sono davvero tanti.
Con la carta di identità elettronica(conosciuta con l’acronimo CIE) gran parte delle comunicazioni con l’amministrazione potrebbero avvenire stando comodamente seduti a casa, mentre con un unico strumento convoglierebbero diversi documenti di identificazione.
Come avviene per tutte le novità, anche la carta di identità elettronica ha un costo che si aggira attorno alle 16,79 euro: in tale cifra andrebbero inclusi i costi di emissione, i costi di spedizione (la CIE verrà inviata al proprio indirizzo di domicilio tramite raccomandata) ed eventuali diritti fissi e di segreteria (se previsti).
Ma come funziona la carta di identità elettronica e perché è obbligatoria per tutti?
USA LEGALDESK, IL GESTIONALE SICURO CHE PROTEGGE I TUOI DATI
Carta di identità elettronica: alcune cose da sapere
La carta di identità elettronica sarà uno strumento innovativo da qui ai prossimi anni. Il progetto prevedeva che entro il 2018 tutti i Comuni italiani fossero abilitati al rilascio del documento e ad essere attivate fino ad ora sono poco meno di 7 milioni di carte elettroniche.
La particolarità di questo documento risiede in diverse finalità che da un lato hanno lo scopo di tutelare la privacy e l’identità del titolare, dall’altro semplificare i procedimenti di comunicazione fra cittadino e pubblica amministrazione.
Le caratteristiche principali della carta di identità elettronica sono:
- il tesserino, simile ad un bancomat e creato su un supporto in policarbonato. La personalizzazione del medesimo avviene con la tecnica del laser engraving. Si tratta di una tecnica di marcatura adoperata per i documenti con valore legale che consente alla CIE di durare nel corso degli anni, senza deteriorarsi.
- il microprocessore a radiofrequenza all’interno dei quali sono conservati i dati anagrafici del titolare. Il microprocessore consente contemporaneamente di:
1. proteggere i dati dalla contraffazione,
2. procedere all’autenticazione ogni qualvolta il cittadino comunichi con una pubblica amministrazione utilizzando i servizi telematici.
3. abilitare al sistema SPID.
4. utilizzare la carta negli altri Paesi europei. - il numero unico nazionale, contrassegnato da una sequenza alfanumerica.
- una foto in bianco e nero.
I dati contenuti nel microcip (non visibili se non utilizzando appositi supporti) sono in numero maggiore rispetto a quelli presenti sulla carta di identità cartacea. Oltre ai tradizionali dati anagrafici si aggiungono, infatti, le impronte digitali, il codice fiscale e gli estremi dell’atto di nascita.
Il codice fiscale, inoltre, è impresso sulla carta anche sotto forma di codice a barre, in maniera tale da essere utilizzato ogni qualvolta fosse necessario.
La carta di identità elettronica viene rilasciata dal proprio Comune di residenza (o di dimora) al momento del rinnovo o qualora si chieda un duplicato a causa di furto, smarrimento e deterioramento.
Ragion per cui chi ha rinnovato la carta negli ultimi anni dovrà utilizzare il formato cartaceo fino alla naturale scadenza del documento.
Per richiedere la carta è possibile prenotare un appuntamento al proprio Comune verificando la disponibilità sul sito www.cartadidentita.interno.gov.it e una volta avanzata la richiesta, essa sarà inoltrata all’indirizzo di residenza o di dimora entro 6 giorni.
La ricezione avverrà tramite raccomandata il cui costo graverà sul richiedente al momento della ricezione della carta di identità elettronica.
La CIE ha una validità di 10 anni per i maggiorenni, 5 anni per i minori di età fra i 3 ed i 18 anni e tre anni in tutti gli altri casi.
Piccola curiosità sulle impronte digitali. L’acquisizione avverrà a partire dal compimento del dodicesimo anno di età, le impronte saranno due e verranno depositate esclusivamente nella carta di identità elettronica (ciò significa che non potranno essere archiviate in altro modo o su altri supporti).
L’impronta rilevata sarà quella del dito indice, sia destro che sinistro e, in loro assenza, si procederà alla rilevazione (alternativamente) del medio, dell’anulare o del pollice. Per ogni rilevazione saranno eseguiti tre tentativi e l’operatore che effettuerà la procedura dovrà accertare che le dita non siano “camuffate” da elementi atti ad alterare l’impronta stessa.
LEGGI ANCHE: Il GDPR, solamente un costo per le aziende o vera utilità?
Carta di identità elettronica: come, dove e quando richiederla
Richiedere la carta di identità elettronica è semplice, perché bisognerà recarsi presso il Comune di residenza o quello di dimora.
Il sito del Ministero dell’Interno (www.cartaidentita.interno.gov.it) predispone un’area all’interno del quale è possibile verificare la disponibilità del proprio Comune al rilascio del documento.
Previo appuntamento, bisognerà recarsi in ufficio muniti di fototessera, codice fiscale (o tessera sanitaria) e di ricevuta dell’avvenuto pagamento della somma di 16,79 euro pagati direttamente presso le casse del Comune.
Assieme ad un funzionario si potrà procedere alla creazione della carta di identità elettronica, che avverrà telematicamente.
In contemporanea saranno prese le impronte digitali mediante l’uso di un apposito strumento. All’atto del primo rilascio della CIE il richiedente dovrà esibire un documento di riconoscimento (ad esempio la carta di identità cartacea, la patente, il passaporto) ed accertarsi che i dati anagrafici dettati dall’operatore siano corrispondenti ai propri.
Durante la compilazione della CIE sarà possibile esprimere il proprio consenso o il diniego alla donazione degli organi, oltre ad optare per il ritiro del documento presso gli uffici comunali.
Chi fosse impossibilitato alla richiesta della carta di identità elettronica (si pensi ad un malato grave portatore di handicap motorio) la procedura potrà essere effettuata tramite delega ed il completamento della procedura avverrà presso il domicilio del richiedente.
In ogni caso sarà necessario presentarsi in Comune muniti di certificazione che attesti l’impedimento e il bisogno di affidarsi ad un delegato.
La carta di identità elettronica può essere richiesta quando il documento cartaceo risulti scaduto,deteriorato o qualora fosse smarrito o rubato.
In tale caso bisognerà procedere con la denuncia del fatto alle forze dell’ordine, onde evitare che malintenzionati possano utilizzare impropriamente i documenti in questione.
Infatti durante la richiesta bisognerà esibire un vecchio documento, anche danneggiato, ed in assenza di questo si potrà presentare l’atto di denuncia e richiedere la CIE accompagnati da due testimoni.
Per la carda di identità elettronica è disponibile un’applicazione, conosciuta con l’acronimo IDEA (IDentity Easy Access), progettata e gestita dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Si tratta di un programma scaricabile per sistemi Android che consente di verificare l’esattezza dei dati contenuti nella CIE.
Tramite scansione l’app individuerà tutti i dati inseriti nel microcip e li renderà disponibili al proprio titolare. Costui, oltre a verificare l’assenza di errori, potrà attestare il funzionamento di altri documenti elettronici, come il passaporto ed il permesso di soggiorno.
LEGALDESK, PROTEGGI I TUOI DOCUMENTI, LAVORA CON IL GESTIONALE ALL’AVANGUARDIA PER LO STUDIO LEGALE
Carta d’identità elettronica: perchè obbligatoria per tutti?
Più che di un obbligo in realtà si tratta di una procedura che nel corso degli anni avrà come obiettivo quello di sostituire le carte di identità cartacee con quelle elettroniche.
In effetti sia il Ministero dell’Interno che le varie fonti giornalistiche non parlano di un obbligo a cui siamo tenuti nell’immediato: al momento della scadenza, oppure qualora avremo necessità di rifare il documento, questo sarà sostituito con la carta di identità elettronica.
Nessun problema quindi per chi ha ottenuto la carta d’identità cartacea nel 2018 perché il comune non era ancora abilitato. Con il prossimo rinnovo (decennale, quindi nel 2028) si avrà direttamente la carta di identità elettronica.
In questo momento gli italiani sono quindi divisi fra chi ha ancora il vecchio documento su carta e chi invece possiede il tesserino elettronico.
Tra i due chi potrà accedere ai differenti vantaggi sarà sicuramente il titolare della carta di identità elettronica che potrà:
- utilizzare la CIE per i servizi messi a disposizione dagli altri Stati europei.
- accedere ai servizi telematici della pubblica amministrazione utilizzando la medesima tessera.
Nel primo caso coloro che viaggeranno nei Paesi dell’UE potrebbero utilizzare la carta di identità elettronica per tutti i servizi di interesse, oltre che per l’identificazione presso uno stato estero europeo.
Nel secondo caso basterà scaricare sui propri device il software CIE che permetterà l’utilizzo della carta per i servizi erogati dalla pubblica amministrazione.
Inoltre con la carta di identità elettronica sarà possibile, in maniera semplice, richiedere l’identità digitale sul sistema SPID senza necessariamente procedere con l’identificazione presso un operatore dell’Identity Provider.
Il microprocessore consentirà sia di richiedere e di utilizzare l’identità digitale SPID, sia di usufruire dei servizi telematici della pubblica amministrazione: la burocrazia si ridurrà e sarà possibile comunicare con gli enti pubblici direttamente da casa.
La carta di identità elettronica è diventata obbligatoria per diversi motivi. Primo fra tutti perché ce lo chiede l’Unione Europea con il principio dell’Once Only Law secondo il quale i dati posseduti da un ente pubblico sono messi a disposizione (e quindi condivisi) da tutte le altre amministrazioni, sia italiane che europee.
Inoltre ce lo impone una serie di normative fra cui il Codice dell’Amministrazione Digitale.
In un’era in cui gran parte delle attività vengono ottimizzate tramite l’uso di internet, dispositivi e programmi, un’amministrazione efficiente deve adattarsi alle evoluzioni del settore consentendo ai propri cittadini di accedere ai diversi benefici.
E l’Italia sta provvedendo a ciò, magari con un certo rallentamento ma non senza la voglia di digitalizzare il lavoro degli enti pubblici e di migliorare la qualità dei servizi a favore dei cittadini.
LEGGI ANCHE: GDPR in sintesi
Carta di identità elettronica: come viene tutelata la sicurezza della persona?
La CIE è stata studiata in maniera tale da essere immune da diversi illeciti, quali potrebbero essere la contraffazione, il furto e la falsa identità.
Per quanto riguarda la contraffazione cominciamo col dire che il tesserino è prodotto dalla Zecca dello Stato con un materiale, il policarbonato, le cui incisioni con il laser engraving lo rendono difficile da falsare.
La grafica è univoca ed è stampata sul tesserino con tecniche di rilievo, di spessore e di forma simili a quelle usate per le banconote.
Il nome tecnico è guilloche e si tratta di un metodo artistico per la lavorazione di materiali come il metallo: utilizzando linee sottili di colore che si intrecciano fra loro si ottengono figure di rilievo che possono essere sentite anche al tatto.
Nel complesso diventerebbe difficile riprodurre da soli la carta di identità elettronica poiché ogni tipo di alterazione sarebbe visibile ad occhio nudo.
Per il reato di furto di identità e di falsa identità gli elementi di sicurezza sono simili a quelli anticontraffazione, con l’aggiunta del microprocessore all’interno del quale sono racchiusi i dati anagrafici del titolare.
Come abbiamo detto sopra, i dati sono raccolti da un operatore del Comune che, all’atto del rilascio della CIE, provvederà anche ad acquisire le impronte digitali del richiedente. E sono proprio le impronte digitali a garantire la persona dal furto di identità e dalla falsificazione della carta: poiché l’impronta identifica in modo univoco una persona (ai sensi dell’art. 9 del GDPR), diventerebbe difficile rubare l’identità di un individuo.
Soffermiamoci proprio sulle impronte digitali. Attualmente molte persone si chiedono se la loro acquisizione viola le normative europee in tema di privacy, ragion per cui qualcuno starebbe pensando di rifiutarne la raccolta.
Posto che oggi l’impronta digitale viene utilizzata per diverse finalità (per sbloccare uno smartphone, come password per alcune applicazioni del telefono, ecc…), ipoteticamente la carta di identità elettronica sembrerebbe violare le normative testé citate, perché le stesse fanno espresso divieto di trattare dati genetici e biometrici intesi ad identificare una persona. E l’impronta digitale è un dato biometrico.
Il GDPR nella nuova formula dice anche che il divieto di cui sopra è soggetto ad una serie di deroghe, per cui non viene violata la privacy quando per i dati biometrici:
- è stato prestato il consenso dell’interessato.
- il trattamento riguarda dati personali resi manifestamente pubblici dall’interessato (come il nome ed il cognome, ad esempio).
- il trattamento è necessario per finalità pubbliche. La carta di identità elettronica adempie a tale compito.
In fondo l’impronta digitale viene adoperata anche in ambito penale, come indizio o come prova per un delitto. Davvero ci dovremmo porre qualche problema qualora sia impressa su una CIE?