Da decenni qualunque forza politica arrivi in Parlamento prova a modificare il processo civile al fine di renderlo più agevole accorciando i tempi necessari ad arrivare ad una sentenza.
Purtroppo sembra che i vari tentativi fatti finora siano serviti a poco visto che sono ancora troppe le cause pendenti e il tempo necessario per arrivare a definire il giudicato.
Ora ci prova anche l'attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha dichiarato l'inizio dei lavori per una nuova riforma del processo civile che ha l'obiettivo di semplificare le procedure e limitare il carico pendente.
Crescita dell'Italia e lentezza dei processi

Attualmente sono in molti a ritenere che uno dei maggiori problemi che causano una mancata crescita dell'Italia è la lentezza dei processi.
Ciò perché questa si riflette su alcuni fattori importanti, come la difficoltà di riscuotere dei crediti, i costi legati alle lunghezze della giustizia che portano molti imprenditori a voler scappare dall'Italia.
Infatti sono in molti a sostenere che proprio la possibilità di riuscire a non essere sanzionati quando non si pagano i creditori porta molti soggetti ad avere comportamenti volutamente fraudolenti o superficiali e questo espone a rischi chi vuole fare impresa in Italia.
D'altronde le stesse difficoltà di riscossione portano le banche a concedere in modo molto rigido i prestiti e anche a costi elevati. Questo è un ulteriore ostacolo per chi vuole fare impresa.
Nonostante le diverse riforme c'è da registrare che al 2018 i processi civili pendenti sono 3,6 milioni, un dato incoraggiante se si considera che nel 2009 le pendenze erano pari a 5,7 milioni di processi civili, ma resta un dato sconfortante se equiparato a quello degli altri paesi dell'Unione Europea.
Peggio di noi solo la Slovacchia e la Polonia. Altro dato importante riguarda la durata media dei processi che è di 514 giorni, mentre nel 2015 era di 530 giorni, un calo piccolo, ma comunque positivo. Deve però sottolinearsi che la media europea è di 255 giorni.
Proposta ministro Bonafede
Proprio per dare un ulteriore taglio a questi sconfortanti dati il ministro Alfonso Bonafede ha annunciato l'intenzione di mettere a punto un nuovo sistema per la gestione del processo civile durante il VII Congresso dell’Unione Nazionale delle Camere Civili a Roma.
L'obiettivo è rendere la giustizia accessibile al maggior numero di persone perché un sistema in cui le persone rinunciano ad intraprendere attività per la tutela dei propri interessi e diritti a causa dei costi della giustizia e dei tempi, ha evidentemente delle carenze che non possono essere trascurate.
I lavori messi in campo mirano in primo luogo a scrivere una riforma che sia chiara in modo che non sia necessario perdere tempo nelle interpretazioni delle norme che rendono il sistema oltremodo farraginoso. Insomma mira ad un processo snello e immediatamente attuabile.
Un occhio di riguardo è riservato anche agli avvocati, categoria spesso trascurata, infatti ha sottolineato il Ministro che l'Italia non può più permettersi un sistema in cui un avvocato per incardinare un processo deve studiare codici, leggi, commi che rimandano a loro volta ad altri commi, postille, sentenze perché tutto questo rende il lavoro eccessivamente complicato e lungo.
Le novità sulle quali si sta lavorando sono state già rese note attraverso il sito del ministero di Grazia e Giustizia. Il ministro ha parlato di interventi chirurgici volti a:
- semplificare il sistema.
- ridurre i tempi della giustizia.
- dilatare l'attività istruttoria.
I tre obiettivi sono ovviamente collegati tra di loro e per raggiungerli il ministro propone di abolire l'atto di citazione, lo stesso verrebbe quindi sostituito in tutti i casi dal ricorso che prevede termini più brevi.
La citazione si caratterizza per il fatto che per incardinare il processo è necessaria una preventiva comunicazione alla controparte che prevede già la data dell'udienza che in teoria può essere anche molto dilatata nel tempo.
Solo in un secondo momento l'autorità giudiziaria viene coinvolta, con il ricorso invece la parte che intende chiamare in causa qualcuno si rivolge direttamente al giudice, riducendo così i tempi morti. Infatti il giudice deve fissare l'udienza e comunicarla con decreto alla controparte.
Nel primo caso tra la citazione e la data dell'udienza devono intercorrere almeno 90 giorni, mentre con il ricorso l'udienza può essere fissata dal giudice anche in un termine molto più breve.
Sono in molti però a ritenere che questa piccola rivoluzione possa ledere il diritto di difesa della parte chiamata in causa che in breve tempo dovrà cercare un avvocato e mettere in atto una procedura difensiva che per alcune materie può essere anche molto complessa.
Deve però essere ricordato che tra le materie che già ora prevedono che l'atto introduttivo sia il ricorso vi è il diritto del lavoro e proprio in questo campo si può notare che i tempi di fissazione della prima udienza in alcuni tribunali può addirittura superare un anno.
Ecco perché questo solo passo non può bastare a rendere il processo civile più celere. Deve inoltre essere ricordato che con il deposito del ricorso deve anche essere versato il contributo unificato, cioè una tassa che consente di avviare l'attività processuale.
La citazione invece dilata nel tempo questo versamento e in teoria potrebbe anche non esservi il processo perché capita che la controparte una volta citata proponga una transazione e di conseguenza non si arrivi all'attività processuale.
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Riforma della mediazione civile e della negoziazione assistita

Allo studio del ministro Bonafede vi è anche il progetto di eliminare la mediazione civile.
Questa esigenza nasce dal fatto che secondo i dati rilevati dal ministro, la stessa ha avuto dei risultati ambigui perché per alcune materie si è vista una riduzione dei tempi di somministrazione della giustizia, mentre per altre materie vi è addirittura stato un allungamento dei tempi.
I risultati sono quindi stati contrastanti. Visti tali dati, l'intenzione del ministro è rendere la mediazione facoltativa per le materie in cui ha avuto successo ed eliminarla del tutto per le materie in cui non vi sono stati miglioramenti dei tempi di gestione delle controversie.
In realtà già in passato la mediazione civile ha subito delle modifiche, infatti il decreto legge 69 del 2013 l'ha abolita in materia di contenzioso inerente i sinistri stradali.
Analogo discorso può essere fatto per la negoziazione assistita che, sempre stando ai risultati raccolti, in alcuni casi è stata addirittura dannosa.
Il ministro ha dichiarato però che prima di passare alla fase operativa, cioè a delineare quali saranno le modifiche da apportare al processo civile, è molto importante eseguire una vera e propria ricognizione sulle cause pendenti al fine di determinare quante realmente sono e quali tribunali sono maggiormente coinvolti nelle lungaggini processuali.
Solo in questo modo si potrà avere una reale conoscenza del problema e di conseguenza agire in modo mirato.
Riforma del processo telematico
Alfonso Bonafede ha sottolineato la necessità di rivedere anche il processo telematico al fine di ottimizzarne l'uso. Il processo telematico in Italia è stato introdotto al fine di ridurre le lungaggini legate alla burocrazia e ha portato notevoli novità anche per gli avvocati.
Con la sua introduzione infatti è possibile consultare online il fascicolo processuale, inoltre può essere utilizzato per il versamento del contributo unificato. La novità forse più importante è data dalla opportunità di usare questo strumento per depositare atti e documenti e ricevere notifiche e comunicazioni ufficiali. Questo è possibile anche grazie alla firma elettronica e alla Posta Elettronica Certificata.
L'obbligatorietà del deposito di atti attraverso i servizi telematici del Polisweb ha notevolmente agevolato il lavoro degli avvocati, infatti non è più necessario fare la fila in cancelleria per compiere questi importanti atti che danno l'avvio al processo e ciò ha contribuito da un lato a rendere più efficiente il lavoro delle cancellerie prima oberate di compiti e dall'altro ha evitato le lunghe file per il deposito che prima venivano fatte fare ai praticanti.
Sembra un dettaglio poco rilevante, ma in realtà non lo è perché questo approccio consente una vera e propria rivalutazione del lavoro di chi sta entrando nel mondo dell'avvocatura che può essere concentrato su aspetti più importanti rispetto al semplice fare la fila per depositare o estrarre copie di documenti.
Ci si ritrova così al termine del periodo di praticantato dei professionisti realmente formati e in grado di affrontare le professione con un'elevata preparazione.
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Queste sono solo alcune delle funzionalità, infatti prendendoti un po' di tempo scoprirai che puoi usare LegalDesk anche per mettere a punto strategie di marketing, per stilare delle classifiche e analizzare in modo dettagliato il tuo lavoro così da migliorare aspetti che possono rendere il tuo studio poco attraente per nuovi potenziali clienti.
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