Etica ed intelligenza artificiale? A che punto siamo?


Le aziende pubbliche e private devono accordarsi a livello etico dibattendo sulle attuali e future responsabilità per mantenere intatte la fiducia e la sicurezza dei clienti e dei cittadini

L’intelligenza artificiale rappresenta una nuova frontiera tecnologica in grado di replicare e automatizzare i comportamenti intelligenti umani per mezzo dei dispositivi elettronici rendendo ogni operazione da eseguire più precisa.

In merito a ciò, le aziende pubbliche o private devono competere, ma anche accordarsi a livello etico dibattendo sulle attuali e future responsabilità per mantenere intatte la fiducia e la sicurezza dei clienti e dei cittadini.

L'etica nell'applicazione dell'intelligenza artificiale

L'etica nell'applicazione dell'intelligenza artificiale

A tal proposito, è importante ragionare sul rischio di far decidere a delle macchine dotate di intelligenza artificiale le soluzioni migliori ai problemi umani più delicati, per esempio in campo medico sulla scelta di quale sia il paziente più urgente da operare rispetto ad altri, magari per un trapianto.

Per giunta, gli agenti dotati di intelligenza artificiale potrebbero scegliere chi assicurare, a chi concedere la libertà vigilata, chi far lavorare o a chi concedere un prestito sulla base di dati derivanti da statistiche pregiudizievoli, aumentando così le discriminazioni e le ingiustizie sociali.

Al contrario, il vero scopo per cui l’intelligenza artificiale è stata inventata è di aiutare equamente le persone e non di danneggiarle. Rispetto a questo argomento forse non sei del tutto consapevole, tuttavia devi sapere che l’intelligenza artificiale è già entrata a far parte della tua quotidianità.

Infatti, te ne puoi rendere conto usando i social network, in quanto l’intelligenza artificiale decide quali post puoi visionare, oppure utilizzando l’assistente vocale presente sui tuoi dispositivi mobili o i chatterbot (o chatbot), ossia quei software capaci di conversare con gli utenti via chat.

Al riguardo, i chatbot vengono impiegati dalle aziende per sostituire gli operatori umani del customer care al fine di ridurre i costi del personale.

Ad ogni modo, l’artificial intelligence diventerà sempre più rimarchevole nelle diagnosi mediche e nella produzione di farmaci, per proteggere la privacy degli internauti, per prevenire le frodi bancarie, nella realtà aumentata per arricchire la percezione sensoriale umana, nell’industria avanzata, ecc.

Come se non bastasse, negli studi legali l’intelligenza artificiale sta già velocizzando e rendendo più efficiente il lavoro degli avvocati nelle mansioni più ripetitive e seccanti, per esempio grazie al noto software LEGALDESK, che puoi provare per un mese intero!

Si tratta di un gestionale mobile intuitivo, dinamico, efficiente e dalla grafica moderna progettato appositamente per gli studi legali per accedere ai dati rapidamente ovunque ti trovi.

Per di più, l’artificial intelligence consente di automatizzare in ogni settore professionale gli adempimenti, i pagamenti, la redazione, la revisione e la gestione dei documenti, nonché la ricerca, l’estrazione, la raccolta e l’analisi dei dati.

Più nello specifico, l’intelligenza artificiale si basa su gruppi di istruzioni in grado di indurre un calcolatore ad incrementare il proprio ingegno, sia compiendo la stessa attività più volte che apprendendo dagli sbagli fatti, con lo scopo di eccellere sull’intelligenza umanaoppure di riprodurla per integrarla o sostituirla.

Oltretutto, l’artificial intelligence interconnette più tecnologie, ad esempio la robotica, le reti neurali, l’apprendimento automatico detto machine learning, la computer vision per riprodurre la vista, la cognitive computing per imitare i processi del pensiero umano e l’NPL per elaborare il linguaggio naturale.

Rispetto all’applicazione dell’intelligenza artificiale è essenziale sottolineare che gli automatismi vanno programmati in modo tale da rispettare l’etica basata sui principi morali di lealtà e integrità considerando sempre i diritti umani inoppugnabili, nonché la tutela e la dignità dei lavoratori per prevenirne la totale sostituzione.

Tali regole etiche avranno una notevole importanza in ogni settore, ma soprattutto in ambito giudiziario, sanitario, automobilistico e militare dove la mancanza del rispetto dei diritti delle persone può pregiudicarne la libertà, la salute e/o la vita.

A tal proposito, a che punto siamo in tema di etica ed intelligenza artificiale? Qui di seguito ecco alcuni approfondimenti sull’argomento.

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Il dibattito sull’etica e l’intelligenza artificiale

Secondo gli accademici un calcolatore elettronico va considerato un agente intelligente se si comporta come un essere umano ed è consapevole dei suoi ragionamenti e delle sue azioni come una persona, in particolare grazie ai suoi sensori e ai suoi attuatori che gli consentono di percepire e interagire con l’ambiente.

A tal proposito, l’intelligenza artificiale è discussa dagli intellettuali di tutto il mondo accademico internazionale perché presenta problematiche di tipo etico imminenti e futuristiche con grandi effetti sulla società umana per quanto riguarda l’ambito lavorativo e privato, i rapporti interpersonali e la percezione e l’alterazione della realtà.

Tanto è vero che l’intelligenza artificiale può sostituire gli esseri umani in molte mansioni con la speranza di poterli poi riposizionare in attività migliori o in altri ambiti lavorativi grazie alla formazione continua.

Mentre, in Giappone le persone stanno già costruendo delle relazioni d’amore con dei personaggi virtuali comandati dall’intelligenza artificiale insieme ai quali, ovviamente, non potranno mai congiungersi per riprodursi.

In merito, ci potrebbero essere ripercussioni sulla crescita demografica e sulle relazioni uomo-donna giapponesi.

Fortunatamente, l’artificial intelligence verrà prossimamente utilizzata con scopi più sensati, ad esempio in astronautica per programmare le sonde USA usate dalla Nasa per esplorare lo spazio perché sappiano reagire autonomamente ed efficacemente a situazioni imprevedibili e gravose.

Inoltre, verrà usata nella pubblica amministrazione, nelle scuole e negli ospedali per sveltire le prassi burocratiche, perfezionare e rendere più accessibili i servizi alle persone, anche digitalmente, e ridurre i costi e le tempistiche in maniera significativa.

Ritornando al dibattito sull’etica e l’intelligenza artificiale è necessario evidenziare che non solo l’artificial intelligence è ben lontana dalla super-intelligenza dei robot dei film di fantascienza stile The Terminator oppure A.I. Artificial Intelligence. Ma nemmeno l’intelligenza umana ha ancora raggiunto i massimi livelli auspicabili.

Dunque, si tratta più che altro di gettare le basi per prevedere e regolamentare ciò che sarà, ma anche per provocare e animare gli animi dei politici, degli imprenditori, degli intellettuali e dei cittadini inconsapevoli sui vantaggi e gli svantaggi dell’intelligenza artificiale.

Al tal riguardo, i ricercatori accademici moderni si preoccupano molto dello sviluppo dell’artificial intelligence in ambito militare.

In merito a questo, devi sapere che l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per la produzione di robot assassini, droni da combattimento, sottomarini controllati a distanza, insetti dotati di videocamere per lo spionaggio e potenti armi autonome.

La pericolosità di questi dispositivi automatici è ovvia, principalmente per il mantenimento della pace fra gli stati e la difesa dell’incolumità umana, inoltre sono molto costosi per gli stati coinvolti.

Tra l’altro, è opportuno considerare il possibile hackeraggio di tali automatismi da parte di persone malintenzionate.

Eppure, bisogna constatare che l’intelligenza artificiale può essere utilizzata anche per creare robot capaci di sostituire gli esseri umani in situazioni che possono minacciare la loro vita, per esempio per disinnescare delle bombe o per lavorare sottoterra col rischio di frane, esplosioni, allagamenti o di respirare gas nocivi.

Per quanto concerne l’attuale impiego, l’artificial intelligence viene già sfruttata dalle piattaforme di Data analytics per analizzare i cosiddetti Big Data.

Si tratta di quei dati eterogenei provenienti da ogni tipo di azienda, ente, social media, negozio di e-commerce o utente per poi essere analizzati per prevedere il comportamento, lo stato di salute e le propensioni delle persone che usufruiscono di un servizio o di un prodotto.

Inoltre, i Big Data vengono sfruttati dalle aziende anche per creare algoritmi sempre più avanzati, per innovare la programmazione informatica e per essere rivenduti. In quest’ultimo caso vi è il rischio di un utilizzo improprio o poco chiaro dei dati da parte dei soggetti acquirenti.

Conciliare l'etica con l'intelligenza artificiale

Conciliare l'etica con l'intelligenza artificiale

Come già esposto l’intelligenza artificiale può migliorare ogni settore professionale, da quello sanitario a quello legale, dall’agricoltura alla logistica, dal settore assicurativo al mercato azionario, ecc.

Al riguardo, secondo la Commissione UE l’Europa otterrà i massimi benefici economici e sociali dall’intelligenza artificiale preparando opportunamente il terreno a tale innovazione tecnologica.

In particolare, la Commissione UE ha raggruppato 52 fra i più grandi esperti sull’argomento, come gli informatici, i sociologi, i giuristi, i filosofi, gli industriali, gli ingegneri, gli economisti e gli scienziati, in una task force europea.

I membri di tale task force devono collaborare in modo pluridisciplinare e interculturale per elaborare i principi base dell’etica con cui applicare l’intelligenza artificiale in ogni campo.

Gli scopi principali dell’artificial intelligence, infatti, devono essere quelli di migliorare la società umana salvando la natura, il lavoro, la salute, le relazioni, la pace, la sicurezza e l’economia senza prendere mai il sopravvento sui diritti umani fondamentali.

Inoltre, vi è il rischio che possano aumentare le discriminazioni sociali a causa dei pregiudizi razziali, sessuali, politici, religiosi o sull’estrazione sociale di un individuo con cui un automatismo potrebbe venire programmato.

Ovviamente, le nuove generazioni laureate in ingegneria saranno più facilitate nel trovare lavoro nei prossimi decenni sapendo ideare, progettare, costruire, gestire ed aggiustare i macchinari automatizzati basati sull’intelligenza artificiale.

Mentre, i lavoratori impreparati dovranno essere riqualificati, talvolta ricollocati o supportati a livello reddituale in caso di disoccupazione, e le aziende andranno modificate strutturalmente per l’inserimento di tali innovazioni tecnologiche.

Per concludere, lo sviluppo e l’applicazione dell’intelligenza artificiale avanzata nei settori professionali e nella sfera privata andrà adeguatamente regolamentata nei vari stati UE secondo le direttive europee per tutelare i cittadini e i consumatori e mantenere inalterata la loro fiducia nei governi e nelle aziende.

Oltretutto, l’Europa dovrà anche aumentare gli investimenti per sviluppare l’artificial intelligence per competere dignitosamente nella sua applicazione con le grandi potenze come la Cina e gli USA.

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Perché l’intelligenza artificiale può essere pericolosa

L’intelligenza artificiale con cui progettare dei robot o qualunque altro dispositivo elettronico capace di agire e di prendere delle decisioni in maniera autonoma, cioè senza l’intervento umano, può essere pericolosa se:

  • i suoi algoritmi non vengono programmati rispettando a livello etico morale i diritti fondamentali degli esseri umani.
  • viene programmata sulla base di statistiche pregiudizievoli che possono aumentare le discriminazioni e le ingiustizie sociali
  • non viene dominata, vigilata e regolamentata dagli stati nella sua progettazione, evoluzione, sviluppo e applicazione.
  • cade in mano ai terroristi.
  • non rispetta le leggi della robotica per cui un robot non può mai recare danno agli esseri umani, neanche per difendere se stesso, ma solo servirli ed ubbidirli, a meno che i loro ordini non possano nuocere ad altre persone.
  • prende una decisione sbagliata che causa la morte o il ferimento di una o più persone a causa della sua mancanza di creatività, flessibilità, ironia, intuizione, sentimenti ed empatia, cioè di umanità.
  • non è trasparente e/o accessibile da chi l’ha progettata o da chi la sfrutta.

Matteo Migliore - Fondatore di LEGALDESK

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