Avvocato, saper dire di no è un problema anche per te?


Saper dire di no è un problema anche per l'avvocato e ciò lo si può riscontrare numerose volte nel corso dell'intera vita professionale

Saper dire di no è un problema anche per l'avvocato e ciò lo si può riscontrare numerose volte nel corso dell'intera vita professionale. Può capitare infatti che una pratica non ti piaccia per niente o che presenti già dal principio delle insidie su cui non intendi sorvolare perché di grande entità.

Può anche succedere che in quel particolare periodo dell'anno sei oberato di lavoro tanto che non puoi permetterti di assolvere altri impegni, che le richieste del cliente non si conformano con la tua metodologia oppure che uno dei punti della difesa contrasti con le tue ideologie.

Come puoi vedere, esistono molte occasioni e altrettante valide motivazioni per le quali un avvocato si trova in questo tipo difficoltà, ma, bada bene, non perché il cliente ti chiede tutela devi per forza dire di sì!

Eppure, soprattutto quando ci si trova nell'ambito dei lavoratori professionisti il rifiuto di un incarico può sembrare molto più arduo da operare.

Questo perché si pensa che possa avere delle ripercussioni non indifferenti sulla propria professione: il cliente, non rimanendo soddisfatto della risposta, può mettere in giro delle voci non veritiere sull'attività svolta oppure sconsigliare l'affidamento di altri incarichi ad amici e parenti.

Proprio per questo motivo diviene di fondamentale importanza che, quando si decide di non voler soddisfare la richiesta del cliente, gli si diano esaurienti motivazioni, in maniera tale che egli comprenda che il rifiuto non è dovuto ad un atteggiamento di supponenza, bensì di prevenzione di eventuali rischi.

Ma saper dire di no continua ad essere un problema non indifferente per l'avvocato, in quanto non si riesce mai a trovare la giusta combinazione di parole che faccia sembrare il no meno deludente per il cliente.

Non solo in ambito professionale

Tale preoccupazione non riguarda solamente l'ambito professionale, bensì anche la vita di tutti i giorni: sono state molte, infatti, le ricerche avviate per comprendere le ripercussioni che un rifiuto può avere sul richiedente, così da poterne studiare le metodologie migliori per dire di no.

Secondo uno studio di carattere neuroscientifico, è emerso che di natura il cervello umano tende ad assorbire in maggior misura gli eventi negativi rispetto a quelli positivi.

Ciò è dovuto al fatto che le informazioni legate al rifiuto innescano un'attività elettrica della corteccia cerebrale ben più grande, permettendo così di averne maggiore memoria.

Infatti, se si pensa al no perentorio dei genitori nei confronti dei figli, questo ha lo scopo in primis di mettere in allerta il bambino, facendogli comprendere che quella determinata azione può metterlo in pericolo, e, successivamente, di fargli imparare come bisogna stare al mondo.

Il rifiuto quindi è divenuto strumento di apprendimento per l'essere umano proprio per via del fatto che permane nella memoria per un tempo maggiore rispetto ad una risposta positiva.

Applicando la teoria della negazione alla vita professionale dell'avvocato, se ti dovessi trovare nella situazione in cui dovrai dire di no e non adotterai le giuste tecniche per dirlo, il cliente ricorderà il tuo rifiuto a lungo come esperienza negativa: se avrà nuovamente bisogno di una tutela legale, ci penserà due volte prima di rivolgersi nuovamente a te.

Per questo motivo il saper dire di no è un importante problema anche per l'avvocato, il quale necessita di una formazione particolare a riguardo, soprattutto per evitare che il portafoglio clienti, creato con fatica ed impegno nel corso degli anni, possa rovinarsi nel giro di poco.

Avvocato, le motivazioni che spingono a dire di "Si"

Avvocato, le motivazioni che spingono a dire di si

Il più delle volte, per escludere che da un no derivino situazioni difficili da controllare, alcuni professionisti decidono di mettere da parte la propria volontà e di assecondare le richieste del cliente.

Ma cosa spinge una persona a dire di sì?

A riguardo esistono ben 6 motivazioni legate all'accettazione controvoglia:

  • la prima riguarda l'indole che un avvocato ha nell'aiutare gli altri: di professione, il legale ha il compito di fornire supporto e sostegno al soggetto che li necessita. Se gli si nega l'aiuto, potrebbero sorgere in automatico dei sensi di colpa.
  • spesso si tende a dire di sì per non sembrare maleducati: soprattutto se netto, un rifiuto potrebbe far passare un messaggio negativo. Per evitare ciò, molti professionisti decidono di apparire gentili e cortesi pur andando contro i propri ideali.
  • si cerca di accondiscendere perché si temono eventuali conflitti che possono derivare dal no.
  • si pensa che il sì apra le porte per essere apprezzati e ben visti dagli altri, questo potrebbe migliorare la tua reputazione da avvocato ma in realtà sono i risultati professionali ad innalzare la buona considerazione dei clienti, non la quantità dei sì che hai detto.
  • rifiutare un incarico vuol dire in automatico rifiutare un'opportunità, ma attenzione: non è detto che quella opportunità potrebbe sfociare in qualcosa di positivo, soprattutto se a monte c'è qualcosa che non convince del tutto.
  • infine, si accetta qualunque incarico per scongiurare che alcuni rapporti lavorativi si deteriorino o si estinguano del tutto, soprattutto con i clienti ''storici''.

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Avvocato assertivo e avvocato passivo, la differenza

Prima di comprendere come è possibile dire di no senza ledere i tuoi interessi di avvocato, è bene comprendere la reale ed evidente differenza che sussiste tra chi si mostra assertivo e chi invece passivo, analizzandone poi le possibili ripercussioni sull'ambiente lavorativo.

Chi si mostra assertivo nell'esercizio della propria attività non teme il giudizio altrui, sa benissimo quel che pensa e ha le idee chiare sulla propria etica professionale. Proprio per questo motivo, si sente libero di prendere in autonomia le decisioni, anche se questo comporta andare contro le volontà dei clienti.

Un avvocato assertivo pertanto si mostrerà come un punto fermo, i cui principi sono saldi e non possono in alcun modo essere sradicati. Chi adotterà un atteggiamento di questo tipo non sarà visto come colui il quale svolge la professione con altezzosità o sdegno, bensì come una persona corretta e coerente con se stessa e col suo modus operandi.

Un legale passivo, al contrario, si interfaccerà col cliente in maniera tale da mostrargli sempre la completa disponibilità, anche quando questa non è possibile, asseconderà ogni tipo di sua considerazione, seppur sbagliata, e metterà da parte le proprie convinzioni etiche e/o professionali.

Ciò, sebbene apparentemente possa sembrare l'atteggiamento più produttivo, in realtà nasconde una mancanza di forza d'animo che col tempo può generare gravi problemi al rapporto lavorativo. In più, potrebbe mettere in luce una scarsa autostima e l'incapacità di pensare con la propria testa.

Saper dire di no: come fare?

Saper dire di no: come fare?

Compresa l'importanza dell'assertività, ci focalizzeremo ora su quali sono gli step utili all'imparare a dire di no ai clienti. Si tratta di un processo che parte da dentro e che può essere portato a termine solo a seguito di un'analisi approfondita delle proprie idee e convinzioni. 

Pertanto sarà necessario capire quali sono le tue esigenze e cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera di avvocato: qual è il modus operandi che hai deciso di adottare? Quali sono le cause per le quali hai deciso di batterti? Quali sono le insidie che proprio non riesci a superare?

Queste sono alcune delle domande che dovrai porti, così da ricordare a te stesso il vero obiettivo della tua professione. Tornando alle origini, ti accorgerai che molte volte, nel corso della tua vita lavorativa, ti sei trovato a dire di sì solo per compiacere il cliente: in questo modo non hai fatto altro che mettere te stesso e le tue convinzioni al secondo posto.

Per evitare che ciò accada nuovamente devi ricordare che non puoi fare sempre tutto per tutti, sacrificando in questo modo le tue tempistiche o i tuoi obiettivi principali.

In seguito dovrai capire che dire di no ogni tanto non è così tanto grave, in quanto se ti trovi costretto a dirlo vuol dire che alla base c'è una reale motivazione. Quello che potrà derivarne, inoltre, non dovrà essere necessariamente negativo e per questo motivo non devi in nessun modo temere di rifiutare un incarico.

Completati gli step preliminari, dovrai mettere in pratica quanto hai razionalizzato. Per farlo, però, esistono delle metodologie ben precise sia linguistiche che posturali utili a farti sembrare il più assertivo possibile senza che la controparte possa sentirsi delusa.

Iniziamo quindi dal linguaggio: la scelta delle giuste parole da dire è fondamentale, perché solo così potranno essere evitati fraintendimenti e situazioni di tensione. È bene dire le frasi con fermezza, ma anche con gentilezza, utilizzando sempre un tono pacato e sereno.

È altresì importante mostrarsi comunque interessati al caso, proprio per far capire al cliente che il rifiuto non sta nel fatto che non si voglia assumere l'incarico a priori, ma piuttosto perché esistono fattori che non ti permetterebbero di portarlo a termine come vorresti.

Per questo, soffermati sulle motivazioni che ti hanno spinto a non accettare il lavoro ed elencale il più chiaramente possibile. Cerca quindi di non parlare in maniera confusionaria o di creare false speranze che, al contrario, potrebbero spingere il soggetto ad insistere.

In aggiunta, potresti consigliare delle alternative: se conosci qualche collega che può avere conoscenze approfondite su quel determinato ambito, proponi di rivolgersi a lui per una consulenza.

Anche il linguaggio del corpo dice tanto e, proprio in virtù di ciò, dovrai cercare di controllare anche i movimenti, sia quelli volontari che involontari.

Avvocato il linguaggio del corpo aiuta

In primis instaura un contatto visivo col cliente, importante strumento utile a dimostrare il proprio interesse: mantienilo sia durante l'esposizione del caso sia successivamente, quando ti troverai a rifiutare l'incarico.

Nel caso in cui la conversazione avvenga in piedi, stai in posizione ben eretta e tieni le braccia lungo il corpo. Per enfatizzare al meglio alcuni concetti, potrai gesticolare facendo movimenti lenti e circolari.

Al contrario, se ti trovi seduto alla scrivania, non indietreggiare con la sedia e fai in modo tale che le tue braccia si muovano nella maniera più naturale possibile.

Cerca inoltre di tenere i palmi verso l'alto e di non giocherellare con gli oggetti che possono trovarsi sul tavolo. Attenzione a non metterle conserte: questa postura evidenzia un senso di chiusura, il quale va a creare tensione.

Infine, è possibile ricorrere a delle frasi-esempio, da personalizzare sulla base della situazione. Eccone alcune alle quali potrai ispirarti per dire di no senza che il cliente si offenda:

  • ''Mi dispiace, mi trovo costretto a declinare il Suo incarico in quanto in questo periodo ho numerosi obblighi da adempiere e non potrei dare la giusta attenzione al Suo caso''.
  • ''Per il momento non mi è possibile accettare. Se non ha urgenza, possiamo risentirci tra un paio di settimane''.
  • ''Non ho le competenze più adatte per adempiere a tale incarico. In compenso, potrei consigliarle l'Avv. XXX, che saprà aiutarla nel migliore dei modi''.

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I benefici del saper dire di no

Come hai potuto constare, seguendo questi semplici consigli, saper dire di no non sarà più un problema per l'avvocato e la carriera automaticamente ne gioverà.

Per prima cosa guadagnerai il rispetto del cliente: vedrà in te un avvocato sincero, che dice schiettamente quel che pensa e che, per questo motivo, merita una considerazione in più rispetto agli altri. Il rifiuto, soprattutto se abbondantemente motivato, metterà in luce la tua forte personalità e la determinazione che metti nello svolgere al meglio la professione.

Ti farà inoltre apparire decisamente più affidabile, perché vuol dire che analizzi nel dettaglio il caso e solo se lo ritieni fattibile decidi di impegnarti. Non accetti qualunque cosa e a qualunque condizione, soprattutto se il tempo, le competenze specifiche e gli altri incarichi ricevuti non te lo permettono.

Correlatamente anche la tua persona ne gioverà, in virtù del fatto che, se deciderai di rifiutare un incarico perché rientra in un ambito di cui non vuoi occuparti, ciò ti permetterà di concentrare le energie in quello che ti riesce meglio.

Inoltre, il maggior tempo a disposizione ti consentirà di approfondire le conoscenze che ti torneranno utili per gli obiettivi che ti sei posto. È bene dunque affinare le tecniche che sai già di poter sfruttare al meglio, tralasciando quelle che invece non ti convincono totalmente.

Come hai potuto comprendere da questi semplici consigli forniti da Legaldesk, saper dire di no ha più vantaggi positivi che negativi, non solo dal punto di vista professionale ma anche personale. Per questo motivo non devi lasciarti intimorire accondiscendendo a tutte le richieste che ti vengono fatte, in quanto può rivelarsi improduttivo e stressante.

Al contrario, tieni ben saldi i tuoi ideali professionali e impara a dire di no ai clienti: inizialmente ti potrebbe sembrare difficile e in seguito potrai sentirti in colpa per quello che hai fatto, ma col tempo noterai che il rifiuto non sempre è un male.

Matteo Migliore - Fondatore di LEGALDESK

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Crescita personale


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