Se stai pensando alla famosa androide protagonista del film "Io e Caterina" con il mitico Alberto Sordi sei sulla strada sbagliata. L'avvocato robot non ha i capelli biondi, non ha la gonna e nemmeno il doppiopetto.
È semplicemente un software installato nel pc, capace di svolgere tutte quelle operazioni che normalmente venivano affidate ai giovani laureati.
Hai mai sentito parlare di intelligenza artificiale e deep learning? L'Intelligenza Artificiale è un settore ben preciso dell'informatica, nato negli anni '50. Il suo obiettivo era quello di riprodurre, attraverso sistemi informatici, le attività umane intellettive quali: l'apprendimento, la visione e le azioni fisiche.
Figlio prediletto e amato dell'Intelligenza Artificiale è il deep learning, l'apprendimento profondo. Immagina una serie di algoritmi, variamente strutturati tra loro, congegnati per permettere al sistema informatico di capire come funziona il nostro cervello, il nostro linguaggio o addirittura le immagini che arrivano dal nostro nervo ottico. Ti sembra uno scenario alla Blade Runner? Niente affatto, è semplicemente la realtà!
La robotica in ufficio

In principio era un'idea futuristica. Oggi la robotica è un aspetto irrinunciabile in numerosi settori. L'Intelligenza Artificiale e la continua ricerca hanno portato all'invenzione di robot dalle fenomenali capacità di ragionamento e apprendimento.
Tradotto in termini pratici, questo vuol dire portare in ufficio efficienza e anche un notevole risparmio economico. La robotica oggi è applicabile in diversi campi e soprattutto prevede un'inedita collaborazione con l'uomo.
Secondo lo studio "The Office of the Future" pubblicato da Frost & Sullivan, l'ufficio digitale non potrà prescindere dalla costruzione di postazioni di lavoro intelligenti, dove le infrastrutture comunicative preesistenti dovranno essere strettamente interconnesse con l'Intelligenza Artificiale.
Questo vuol dire che sarà possibile pensare a droni, ologrammi che sostituiranno la persona in ufficio e computer che potranno abilmente dialogare con gli impiegati. Opportunità o definitivo tramonto dell'uomo impiegato?
L'intelligenza artificiale e studi legali
L'Intelligenza Artificiale può rivelarsi un formidabile asso nella manica per gli studi legali. Pensa a quante volte il tuo lavoro è stato rallentato da ricerche noiose, lunghe e ripetitive; la legge esatta, la clausola, una miriade di cartelle da esaminare con la massima attenzione.
Ebbene, il software installato nel tuo pc può fare tutto questo al tuo posto, grazie alle potenzialità offerte dal data analytics. È questo il caso dell'Intelligenza Artificiale entrata negli studi legali della Dla Piper, i cui uffici sono sparsi in ben 30 paesi, Italia compresa.
La società si occupa soprattutto di fusioni tra aziende e puoi ben immaginare la quantità di contratti da revisionare presenti quotidianamente sulle scrivanie dei loro legali. Una mole di lavoro eccezionale che rischiava di far rallentare l'intero meccanismo legale dello studio. Il software adottato, Kira, permette alla Dla Piper di analizzare in ogni aspetto i contratti e di trovare al volo le clausole più ostiche e problematiche.
Il sistema, nato in Canada dalle ferventi menti dell'azienda Kira Systems, è oggi utilizzato anche in Italia ed è capace di revisionare un contratto analizzandolo parola per parola. Il suo funzionamento è abbastanza complesso. Fondamentalmente la macchina in questo caso trasforma i dati in conoscenza.
Il linguaggio che essa comprende è di alto livello, ovvero molto simile al nostro. I dati immessi nel pc sono esaminati da un motore inferenziale, ovvero un algoritmo capace di elaborare sia i dati che vengono da una base cognitiva sia le informazioni che arrivano dall'ambiente esterno, simulando le modalità attraverso le quali la mente umana trae le sue conclusioni logiche.
Non farti scoraggiare dalle modalità prettamente scientifiche. In realtà è tutto abbastanza semplice. Il sistema informatico intelligente (che chiameremo robot per simpatia!) ti serve in questi 4 ambiti:
- Problem Solving: Il software, grazie al motore inferenziale, ti è d'aiuto per cercare la soluzione di un problema.
- Migliorare la tua conoscenza: Data una base di conoscenza il robot migliora le informazioni in essa contenute.
- Analizzare i dati empirici: Rispolvera le vecchie nozioni su Locke e la conoscenza empirica. Il software nel tuo studio legale può aiutarti a creare un nesso tra eventi e azioni, migliorando sensibilmente la tua conoscenza.
- Inferenza: Dopo aver fornito dati cognitivi di base l'inferenza del software permette di arrivare a nuove forme di conoscenza. Questo è forse l'aspetto più affascinante e sorprendente dell'applicazione dell'Intelligenza Artificiale in ogni campo!
Come hai potuto notare, l'avvocato robot è un collega impareggiabile perché è capace di elaborare in poco tempo le informazioni di cui hai bisogno. L'efficienza e lo snellimento delle pratiche burocratiche, richiesto a più voci in vari ambiti che oltrepassano anche quello legale, ne stanno decretando il successo. Sono sempre più numerosi infatti gli studi legali che ricorrono agli infaticabili robot.
LEGGI ANCHE: Avvocato robot: quando prenderà il tuo posto?
Ross l'avvocato robot
Se il nome di Bernie Madoff non ti è nuovo allora saprai quante bancarotte e fallimenti sono stati dichiarati negli Usa dopo la clamorosa frode finanziaria messa in atto dal criminale statunitense.
Per analizzare e catalogare la miriade di documenti legali è stato utilizzato un sistema di Intelligenza Artificiale chiamato Ross, nato dal sistema Watson dell'IBM.
Ross non solo ha esaminato contratti su contratti ma ha saputo anche rispondere a domande e perplessità degli avvocati. In parole povere, secondo i suoi creatori, Ross è l'equivalente di ben 50 impiegati.
Dopo aver trovato lavoro presso la Baker & Hostetler, è stato ingaggiato da ben sei studi legali milanesi. Ross è un po' il compendio dei 4 ambiti che ti abbiamo elencato nel precedente paragrafo: legge il linguaggio forense, lo comprende, ricerca analogie in altri casi, pone ipotesi e arriva alle conclusioni.
Tutto questo con una postilla fenomenale: la capacità di migliorare la sua velocità con il trascorrere del tempo. In pratica fa il lavoro che prima era affidato soprattutto agli zelanti neolaureati in legge, destinati a esaminare per ore e ore atti e disposizioni. Ti basta porgli la domanda in inglese per far iniziare il suo lavoro e snellire il tuo.
Non ti sembra sia arrivato il futuro secondo Asimov e le sue leggi della robotica?
DoNot Pay, il chatbot dedicato alle multe
Il chatbot è un software capace di parlare con te. Tu gli poni una domanda e lui ti risponde. In pratica fa le veci di un vero e proprio assistente virtuale! Inventato da Joshua Browder a soli 19 anni, è stato ampiamente utilizzato in ambito legale negli Usa nell'applicazione DoNot Pay. Il suo ambito d'azione? Le multe.
I numeri sono incredibili: in soli 21 mesi, a New York e Londra, attraverso DoNot Pay sono state contestate ben 160 mila multe su 250 mila casi presi in esame.
Il suo funzionamento è molto semplice. L'utente scrive il suo problema. Il chatbot si avvia e inizia a porgli una serie di domande chiave per elaborare il concetto e comprendere se ci sono gli estremi per contestare la multa.
Se DoNot Pay ravvisa la possibilità di un contendere, viene stampato un foglio che il cliente dovrà firmare e inviare al proprio comune di residenza.
L'applicazione risolve esclusivamente multe per divieto di sosta così come voluto dal suo brillante ideatore, ravvisando in tali sanzioni la possibilità di un escamotage da parte dei comuni per fare cassa. Una sorta di difesa del cittadino che oltrepassa la figura in carne e ossa dell'avvocato, preferendogli un suo surrogato virtuale.
La natura stessa dell'applicazione è ambivalente. Da una parte rappresenta una frontiera dello sviluppo che fa gola a società come l'IBM che vorrebbe applicare la tecnologia Watson a DoNot Pay. L'altra metà del cielo è invece rappresentata dagli studi legali che certamente vedono nel chatbot di Browder un seria minaccia per il proprio lavoro.
Luminance, ovvero la semplicità della due diligence legale

La due diligence legale è, come saprai, un'attività di approfondimento e investigazione sugli aspetti che riguardano una trattativa. Richiesta soprattutto in caso di acquisizioni aziendali, è necessaria per avere una visione a 360 gradi dell'intera situazione. Rischi, problemi, clausole, condizioni del contratto: la due diligence è un passo necessario per prevedere e contenere i rischi.
L'Intelligenza Artificiale è intervenuta anche in questo campo della pratica legale. Luminance, piattaforma sviluppata dai matematici dell’Università di Cambridge e vincitrice del Best Artificial Intelligence Product in Legal, infatti è il primo sistema informatico in grado di:
- individuare la lingua naturale del documento.
- identificare clausole, valute e mercati.
- analizzare e classificare documenti.
La semplificazione della due diligence legale è possibile anche a un'interfaccia intuitiva che permette ad avvocato e clienti di avere a portata di mano numerosi documenti, rigorosamente classificati.
Luminance inoltre è perfetto per individuare lievi anomalie documentali e differenze contrattuali. Il risultato? Un alleggerimento del lavoro degli avvocati dello studio che si vedono coinvolti nella attività più delicate, dove il fattore umano rimane ancora quello vincente.
In parole povere mentre Luminance svolge la parte più ripetitiva e a volte noiosa del lavoro, il legale può dedicarsi alla cura di tutti gli aspetti più particolari e controversi della querelle.
Lo studio Portolano Cavallo è il primo in Italia ad aver accettato la sfida, dopo l'americano Cravath Swaine & Moore e l'inglese Slaughter and May.
Luminance non solo è entrato a far parte del loro ufficio ma addirittura gli avvocati saranno impegnati in futuro nell'insegnamento del linguaggio legale italiano alla piattaforma.
Il giudice robot
Padro Valls Feu Rosa è un intraprendente magistrato della Suprema Corte d’Appello federale brasiliana. Risale a pochi giorni fa la notizia che questo giudice ha lanciato un programma che permette di giudicare in pochi minuti il crimine commesso.
In pratica funziona così: il poliziotto acciuffa il malcapitato, prende il portatile e utilizza l'applicazione inserendo la fattispecie del crimine commesso.
In pochi minuti il pc decide la condanna e il poliziotto la applica. Ci troviamo di fronte all'applicazione sic et simpliciter del principio di Bridoie ovvero la possibilità di applicare l'assoluta certezza del calcolo matematico alle problematiche legali. Una sorta di viatico per la coscienza del magistrato che ovviamente che si trova spesso di fronte a scelte difficili.
Il limite della presenza di un giudice elettronico è insito nella natura stessa della giurisprudenza. Il bonus pater familias non è un'utopia ma la variante umana che permette di giudicare caso per caso.
Facciamo un esempio. Tizio ruba in un supermercato un forma di pane perché è povero e ha fame. Caio invece lo ruba per rivenderlo. Il magistrato in questo caso ha la facoltà di giudicare tenendo conto anche delle condizioni che oltrepassano il fatto empirico rappresentato dal furto. La macchina? La macchina, per quanto raffinata e sviluppata, non potrà mai tenere conto di altro oltre la fattispecie delittuosa del reato in questione.
L'avvocato robot e il congresso di Tokyo

L'University College di Londra, dopo aver messo a punto un algoritmo capace di analizzare documenti ed emettere una sentenza, ha verificato che la macchina ha formulato il 79% di giudizi uguali a quelli del magistrato umano. L'inarrestabile corsa dell'Intelligenza Artificiale in ambito legale è il tema del 55° Congresso mondiale dell'Associazione internazionale dei giovani avvocati.
Ben 4 mila professionisti si sono interrogati sul tema dell'avvocato robot, cercando di definire i possibili sviluppi e i confini di una materia che, se non regolamentata, rischia di creare numerosi problemi. Merito del Congresso è stato quello di puntare l'attenzione sugli effettivi benefit apportati dalla presenza dei "robot" all'interno degli uffici legali.
Secondo David Frolic, presidente uscente dell'Associazione, il futuro vedrà una stretta connessione tra la tecnologia e il mondo legale. I rappresentanti italiani inoltre hanno sottolineato come il nostro paese sia legato a sistemi antiquati che rischiano di farci rimanere indietro rispetto agli studi legali di mezzo mondo, più aperti e pronti a far entrare la tecnologia nei vari ambiti giurisprudenziali.
Meglio un avvocato oggi o un robot domani?
"Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d'oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola."
Ancora una volta Asimov si rivela essenziale per comprendere il delicato e conflittuale rapporto tra uomo e macchina. L'avvocato può essere sostituito da un algoritmo? La materia è abbastanza controversa e mette in gioco non soltanto il campo razionale ma anche quello dell'etica e della responsabilità morale.
Le sottili resistenze intellettuali, le stesse che Asimov ha ravvisato nel fuoco e nel linguaggio, rischiano di farci perdere una grossa opportunità? Dal Congresso di Tokyo arrivano segnali confortanti.
L'Intelligenza Artificiale sarà semplicemente un supporto, un valido collaboratore al quale affidare i compiti lunghi e noiosi, rendendo più fluido il work-flow.
Il fronte del no però solleva obiezioni importanti come la possibilità dell'aumento della disoccupazione (gli uomini sono licenziati dalle macchine) o la riduzione della privacy a causa di sistemi informatici che diventano sempre più "invadenti".
Il primo passo necessario sarà un adeguamento da parte della giurisprudenza attraverso la formulazione di norme e codici di procedura che sappiano regolamentare con cura la nuova materia. Lo ius ex-machina sembra essere la nuova frontiera di un ambito legale che necessita di un preciso adeguamento ai tempi moderni, dove gli studi d'Oltreoceano sembrano essere pronti a sfruttare concretamente le infinite possibilità offerte dall'automazione. Ma il robot domani sarà in tutto e per tutto simile all'avvocato di oggi?
L'Intelligenza Artificiale avrà sempre una pecca: la mancanza della libertà decisionale derivata dall'essere uomini e non macchine. Il fulcro e la risoluzione del problema è tutto qui.
La famosa Caterina di cui parlavamo all'inizio non potrà mai sostituire la presenza umana perché le mancherà sempre la facoltà di considerare le variabili, il background, in una sola parola il libero arbitrio, croce e delizia delle vicende umane.