L'avvocato è una professione versatile che abbraccia diverse attività.
Se per legge chi è iscritto all'albo può esercitare la professione e le attività giudiziali, un professionista può allargare il suo lavoro in ambiti come la consulenza, la redazione di articoli di settore, il rilascio di pareri e molto altro ancora.
Tutto dipende dal tempo a disposizione e dalla capacità di sapersi organizzare, perché oggi come oggi la concorrenza obbliga l'avvocato a reinventarsi e ad offrire servizi sempre più professionali.
Per cui se un tempo l'avvocato si divideva fra tribunali e appuntamenti in studio, oggi egli ottimizza il proprio lavoro per trarne sempre maggiore profitto. Cambiano le abitudini, come cambiano anche le necessità che non si risolvono soltanto in una mera ricerca delle novità del settore.
Ma l'avvocato come crea le sue abitudini giornaliere? Come fa a gestire ed organizzare la propria agenda legale?
Come l'avvocato crea le sue abitudini giornaliere?

La vita di un avvocato cambia nel momento in cui da studente diventa tirocinante presso lo studio legale ove svolgerà la pratica.
Si passa dalla bambagia universitaria (per quanto sia dura superare esami come diritto privato e diritto penale) ad una routine che richiede moltissimi sacrifici e tantissime rinunce.
Rinunce come lo svegliarsi tardi la mattina, l'avere a due passi la sede universitaria, il concedersi un paio di ore di ozio nel primo pomeriggio e il fare le ore piccole a notte fonda.
La vita di un avvocato, anche nelle vesti da tirocinante, è fatta di impegni e di lavoro, di costante studio e di un'attività che spesso si protrae anche una volta giunti a casa.
Al mattino il professionista si dimena fra uffici di cancelleria e aule di tribunali, fra udienze all'altro capo della regione e date di scadenza per notifiche e depositi.
Il pomeriggio viene dedicato interamente alle attività di ufficio, quali lo studio della causa, l'incontro con un cliente, la redazione di atti e le riunioni con eventuali soci. E se si pensa che la vita di un avvocato sia come quella dei film in molti si sbagliano: la vita di un avvocato richiede spesso una marcia in più e un atteggiamento motivazionale diverso, ad esempio, da quello di un altro professionista.
L'avvocato crea le sue abitudini principalmente in base alla mole di lavoro che affida a sé stesso. Considerato che la sua è una libera professione intellettuale, il lavoro di un avvocato non prevede straordinari, nè giornate libere come avviene per i dipendenti del comparto pubblico.
Non esistono le tradizionali 8 ore giornaliere previste dal contratto sindacale ed il lavoro svolto a casa non viene retribuito da alcun datore di lavoro. Posto che è l'avvocato stesso a farsi la busta paga (versando quindi i contributi e le tasse come l'IVA), le sue abitudini sono molto lontane da quelle di un professore, di un operaio, di un ingegnere impiegato presso il Comune.
Ma anche dallo stesso giudice che, essendo dipendente del Ministero della Giustizia, la sua remunerazione non si basa sulla quantità di lavoro portato effettivamente a termine.
L'avvocato crea le proprie abitudini giornaliere in base quindi al planning redatto sulla sua agenda legale. Quest'ultima è appositamente creata per ottimizzare e facilitare le incombenze quotidiane, consentendo di fissare date importanti come le udienze in tribunale, gli appuntamenti con i clienti e le riunioni con i propri collaboratori.
Le udienze sono quelle stabilite dal giudice che, a seconda dei termini previsti dalla legge e alla disponibilità dei giorni, fissa la data degli incontri portandola a conoscenza delle persone interessate.
Grazie all'agenda legale l'avvocato può contattare i propri clienti e avvisarli dei vari appuntamenti fissati in tribunale: la tempestività è importante per svolgere un lavoro impeccabile e soddisfare ogni tipo di pretesa.
Le abitudini di un avvocato dipendono dagli impegni, talvolta delegati da un altro professionista, tal'altra delegati ad altri professionisti per potersi concentrare meglio su alcuni obiettivi. Pensiamo ad un avvocato che delega la redazione di un atto ad un altro socio, o si avvale di quest'ultimo per una collaborazione in uno specifico settore.
La collaborazione, così come la delega, sono due strategie fondamentali che consentono all'avvocato di ottimizzare il proprio lavoro.
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Abitudini avvocato: la specializzazione
Un avvocato oggi può specializzarsi in diversi ambiti offrendo servizi migliori e in linea con le esigenze del cliente. Per tale ragione attualmente esistono avvocati che forniscono assistenza nel settore civile e in quello penale, nel comparto amministrativo e in quello bancario, nei rapporti internazionali e in quelli per le imprese, nell'ambito della proprietà intellettuale e nella tutela del patrimonio industriale.
Se la scelta della specializzazione è dettata spesso dall'aspirazione, sono sempre in numero crescente coloro che optano per un comparto ove la concorrenza è inferiore. Pensiamo ai contratti stipulati fra le squadre di calcio e gli sponsor o i calciatori, ai contratti pubblicitari, al settore dei servizi finanziari, ecc...
A seconda della specializzazione le abitudini di un avvocato cambiano in base al tipo di attività svolta in quel comparto. Lavorare per le questioni familiari (come fa ad esempio un avvocato matrimonialista) potrebbe non richiedere gli stessi impegni di un professionista specializzato in diritto internazionale.
Costui avrà l'esigenza di viaggiare fra i vari continenti, dovrà studiare le sentenze degli altri tribunali recandosi direttamente nelle sedi opportune. Dovrà dividere la sua attività sia in Italia che all'estero, magari aprendo uffici in altri Stati che affida ai collaboratori di sua fiducia.
Un avvocato penalista potrebbe trovarsi a difendere il proprio assistito presso un tribunale diverso rispetto alla sede dello studio.
La competenza del giudice è una questione molto spinosa sia in diritto civile che in diritto penale e assistere un cliente significa dover raggiungere la Corte prescelta dalla legge per poter depositare atti, assistere alle udienze e fornire la migliore difesa che si possa avere.
E sottolineiamo: il processo telematico è attivo solo nel comparto civile.
Ed ancora. Un avvocato patrocinatore per le cause esperite dinnanzi alle giurisdizioni superiori (ad esempio la Corte di Cassazione) ha impegni differenti rispetto ad un avvocato ''semplice'' che patrocina i clienti nei tribunali di primo e di secondo grado.
L'avvocato cassazionista non solo ha il potere di assistere il cliente in una delle fasi più importanti del processo (in molti casi l'ultima), ma le sue abitudini cambiano già nel momento in cui egli decide di diventare patrocinatore presso le giurisdizioni superiori.
Ci sono delle prove scritte da affrontare, ed eventualmente frequentare una Scuola Superiore dell'Avvocatura che consente, dopo otto anni, di aspirare ad una carriera soddisfacente.
Anche gli avvocati che affiancano le pubbliche amministrazioni modificano le proprie abitudini in base all'assistenza fornita agli enti. Stesso discorso vale per gli avvocati arruolati come consulenti nelle aziende, a maggior ragione se trattasi di multinazionali.
Un consulente alle dipendenze di una nota azienda lavorerà in esclusiva con la stessa astenendosi da qualsiasi attività che possa essere in concorrenza con l'impresa presso cui presta servizio. In questo caso l'avvocato potrebbe lavorare come collaboratore o addirittura instaurare un rapporto di lavoro subordinato, proprio come avviene con un qualsiasi dipendente.
Orari e remunerazione saranno definiti sulla base del contratto, così come la durata del rapporto di dipendenza che potrebbe essere anche a tempo indeterminato.
Abitudini avvocato: la delega e la collaborazione

Delega e collaborazione sono due strumenti (ma anche due strategie) adottate dalla maggior parte dei professionisti che operano nel settore legale. All'apparenza sembrano simili fra loro ma, in concreto, presentano differenze sostanziali che permettono all'avvocato di gestire meglio il suo lavoro.
La delega è l'istituto con cui una persona affida l'espletamento di specifici compiti ad un altro soggetto, il quale rappresenterà o svolgerà alcune mansioni, anche circoscritte in un solo ambito. Un esempio di delega potrebbe essere quello di occuparsi di un caso particolare che richiede determinate competenze, o magari chiedere la ricerca delle ultime pronunce giudiziarie per impostare la migliore difesa.
L'avvocato opta per la delega soprattutto quando desidera ottimizzare la propria attività concentrandosi su compiti di particolare spessore. Il professionista potrebbe delegare lo studio della causa o la ricerca delle prove ai propri assistenti, e riservarsi il compito di redigere gli atti da depositare successivamente in cancelleria.
La collaborazione prevede l'incontro di due o più persone che cooperano fra loro per raggiungere un unico obiettivo. Nell'ambito legale le collaborazioni possono essere di diverso tipo e riguardare sia il settore professionale, sia essere richieste per semplice necessità.
Una collaborazione professionale potrebbe essere quella stipulata con un avvocato specializzato in diritto bancario e un avvocato che lavora nel comparto del diritto dei consumatori, magari in riferimento ad una causa che coinvolge un istituto finanziario e i clienti di quest'ultimo.
La collaborazione potrebbe essere quindi circoscritta ad un solo processo, oppure protrarsi nel corso degli anni ed essere richiesta ogni qualvolta se ne presenti la necessità.
Di diverso tenore sono le collaborazioni che si instaurano fra colleghi per semplificare la mole di lavoro. Un avvocato di Milano, ad esempio, può chiede ad un avvocato di Napoli informazioni su una causa di cui il primo è patrocinatore, senza necessariamente prendere il treno per farsi poco più di 650 km.
Si dice che in questi casi la collaborazione è ''a buon rendere'', poiché lo stesso avvocato di Milano potrebbe ricambiare il favore al collega di Napoli qualora se ne presentasse l'occasione.
Delegare e collaborare per un professionista significa ottimizzare il lavoro in un'ottica dell'efficienza e dell'efficacia. Nonostante fra avvocati ci possa essere una concorrenza elevata, spesso si finisce con l'aiutarsi l'uno l'altro per far fronte alle diverse esigenze.
Se una mano lava l'altra, farsi dei nemici nel comparto professionale potrebbe comportare grossi rischi e rendere più difficile il proprio lavoro.
C'è chi sceglie la delega o la collaborazione come strategia per la propria attività. Delegare dei compiti potrebbe essere la soluzione migliore per ampliare il proprio studio legale e le abitudini personali saranno incentrate su obiettivi diversi.
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Le abitudini di un avvocato: come vengono gestiti gli appuntamenti giornalieri?
Un avvocato guarda sia al presente che al futuro. Nel presente fissa le date delle udienze, gli appuntamenti con i clienti, organizza il lavoro da svolgere nel quotidiano e pianifica l'attività nel breve termine.
Per quanto concerne il futuro, l'avvocato si prefissa degli obiettivi da raggiungere che non necessariamente riguardano l'aspetto economico.
Un giovane avvocato, ad esempio, spera di poter aprire uno studio in piena autonomia e nel frattempo crea il proprio portafoglio clienti nonostante sia socio con un altro professionista.
L'attività giornaliera viene gestita in diverso modo: c'è chi si avvale della collaborazione di una segreteria (il cui ufficio è predisposto all'interno dello studio legale, oppure all'esterno, mediante delega, la cosiddetta ''segretaria online''), e chi preferisce fare da sé, giusto per risparmiare i primi tempi.
In questo caso è solito utilizzare l'agenda legale, sia in formato cartaceo che in formato elettronico. Ma mentre la compilazione della prima richiede maggior tempo, la compilazione della seconda è immediata, grazie all'installazione di software gestionali che permettono di sincronizzare cartelle, file dei clienti, email e fascicoli dell'udienza.
L'agenda legale digitale è consultabile online da tutti i device per via dell'account predisposto dal professionista. In tal modo non è necessario sfogliare una rubrica e cercare il numero di telefono di un cliente.
Basta utilizzare lo stesso software ed avere a portata di mano tutto ciò che serve.
L'agenda digitale è fondamentale per le abitudini dell'avvocato: con il processo civile telematico gran parte delle incombenze devono essere svolte online, mediante l'uso di appositi software come il redattore degli atti giudiziali.
Inoltre, con la combinazione di software di archiviazione (come quelli che garantiscono la memorizzazione in cloud) è possibile conservare i dati dei propri clienti in maniera sicura, potendone disporne in ogni momento senza necessariamente spolverare l'archivio cartaceo.
Le abitudini i un avvocato ''millennial'' sono racchiuse quindi all'interno di uno smartphone o tuttal'più di un tablet, dentro il quale sono segnati gli appuntamenti e le date di udienza fissate giorno dopo giorno.
La routine è pianificata in maniera pratica ed il lavoro è agevolato sotto ogni aspetto: la connessione internet permette di scaricare immediatamente le ultime sentenze della Cassazione o di verificare dati processuali sulla base dei propri dati identificativi.
Firma digitale e PEC si sostituiscono alle tradizionali notifiche tramite raccomandata A/R. Il tempo trascorso in fila agli uffici postali viene impiegato per lavorare meglio su tutt'altro. Semplice, no?